martedì 30 maggio 2017

Libera La Tua Vita (Lucia Giovannini)

Lucia Giovannini ha un Doctorate in Psychology e Counselling, un Bachelor in PsychoAntropology ed è membro dell’American Psychological Association.
E' Master Trainer di Firewalking, Trainer di Programmazione Neuro-Linguistica e Neuro-Semantica (ISNS Usa), Coach certificata (ACMC Usa), Master Trainer di Breathwork, ed è la coordinatrice europea del Movimento del Labirinto Veriditas.
E' l‘insegnante degli insegnanti del metodo Louise Hay per Italia, la Svizzera italiana, la Thailandia e Singapore ed è stata spesso definita dai media “la Louise Hay italiana”.
E' co-fondatrice di BlessYou!, e co-direttrice della scuola di PNL, e Coaching LUCE® Libera Università di Crescita Evolutiva e dell’Istituto di Neuro-Semantica.
Nel suo lavoro si innesca una particolare sinergia tra tecniche di psicologia tradizionale, pratiche motivazionali e antichi rituali, rendendo i suoi seminari qualcosa di unico ed originale.
Vive alcuni mesi all'anno nel sud est asiatico, tra Thailandia, Singapore e Bali col marito Nicola e il cane Caligola.
Da circa 20 anni tiene corsi e conferenze, per privati ed aziende, in tutta Europa e in Asia e nel 2008 ha fondato il metodo Tutta un’altra vita®. 




In questo libro Lucia Giovannini, attraverso la narrazione di parti dei suoi corsi e di alcuni aneddoti della sua vita, parla delle 15+1 trappole che nella vita si possono incontrare, e che ci allontanano dalla felicità.

Le trappole possono essere attive in questo momento nella nostra vita, più di una alla volta, o anche solo una, ma se impariamo a riconoscerle, possiamo tentare anche di "disinnescarle".

La prima è la trappola del superimpegnato, che è sempre preso da mille impegni e ha l'attenzione sempre verso l'esterno, per questo non nota le sensazioni fisiche e le loro correlazioni con le emozioni.

La seconda è quella del melodrammatico, che lascia che siano le emozioni a guidare la sua vita, o il suo opposto, cioè il robot, che ha paura delle emozioni, le combatte e cerca di tenerle invece fuori dalla sua vita.

La terza è la trappola dell'apocalittico, che tiene l'attenzione sul futuro e immagina tutti i possibili esiti negativi, e con questa trappola vengono spiegate le regole universali dell'ansia.

La quarta è quella del sorvegliante, che pensa che non essere "in controllo" equivalga ad essere in pericolo, e qui vengono spiegate le 3 zone (zona di pre-occupazione, zona di influenza e zona di potere).

La quinta è la trappola dell'autotiranno, che pensa che le cose "devono" per forza andare come dice, altrimenti sarà un disastro, e in questo caso spiega quindi come rompere le vecchie regole.

La sesta è quella dell'indovino, che legge la mente degli altri, e questa trappola viene spiegata con varie storie, tra cui una, quella dei biscotti, che avevo già letto da qualche parte in passato, e che mi ha fatto molto piacere ritrovare qui.

La settima è la trappola del nostalgico, che vive nel passato, rimuginando su ciò che è stato e su ciò che avrebbe potuto essere. E in questo caso pone una domanda che mi ha molto colpita, positivamente: "A quanto tempo ti sei autocondannato?"

L'ottava è quella del catalogatore, che prende una singola esperienza e la rende uno schema generale, su cui basa la sua visione della vita, tornando quindi a parlare di permanenza e pervasività (2 delle 3P).

La nona è la trappola della vittima, che pensa che ogni azione degli altri dipenda da lui/lei, o sia diretta a lui/lei, quindi personalizza (ecco la terza "P" che va a completare le altre 2 della trappola precedente).

La decima è quella del bravo bambino, che dice sempre di sì, rifugge dai conflitti, cerca di piacere a tutti, cercando di essere accondiscendente, pensando che così facendo gli altri lo ameranno, ma così facendo dice no a se stesso.

L'undicesima è la trappola del giudice, che fa continui paragoni, e da ciò non si può che uscirne male, visto che ognuno è un mondo a sè stante, quindi l'unica persona a cui paragonarsi dovremmo essere noi stessi, e cercare ogni giorno di diventare la migliore versione di noi stessi.

La dodicesima è quella del commissario, che fatica a gestire l'ansia e lo stress e cerca il colpevole, negli altri o in sè, magari insieme alla trappola del vittimismo.

La tredicesima è la trappola del primo della classe, che cerca di essere perfetto, ma sarà mai abbastanza? Siamo esseri umani, e per questo fallibili, quindi no, non sarà mai abbastanza se ci capita di cadere in questa trappola.

La quattordicesima è quella del minimizzatore, che sminuisce le cose positive riguardanti se stesso o anche l'esterno, e quindi non si riesce a godere le cose che accadono.

La quindicesima è la trappola dell'accumulatore, che segue falsi bisogni, quindi scambia bisogni primari con bisogni superiori (autorealizzazione) e cerca quindi inconsciamente di compensare i secondi con i primi, cioè chi psico-mangia, chi psico-spende, ...

E poi l'ultima, la sedicesima, è quella del prudente, che non rischia, pensa che il cambiamento (interiore ed esteriore) sia un grande rischio, a volte anche paradossalmente per paura di essere felice...

Per ognuna a fine capitolo delinea i punti chiave, "rischi di caderci se", "come uscirne", e dà esercizi da provare a mettere in pratica per migliorare.

A fine libro parla anche di un "gioco" che propone durante i corsi, per cercare di eliminare dalla propria vita le trappole di cui parla nel libro... Se leggerete il libro scoprirete qual'è!

Anche questo libro è molto ben fatto, molto scorrevole, e ben strutturato.

Consigliatissimo a chi sente che qualcosa nella propria vita non va come dovrebbe, e vuole provare a migliorarsi!

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lunedì 29 maggio 2017

Tutta Un'Altra Vita (Lucia Giovannini)

Lucia Giovannini ha un Doctorate in Psychology e Counselling, un Bachelor in PsychoAntropology ed è membro dell’American Psychological Association.
E' Master Trainer di Firewalking, Trainer di Programmazione Neuro-Linguistica e Neuro-Semantica (ISNS Usa), Coach certificata (ACMC Usa), Master Trainer di Breathwork, ed è la coordinatrice europea del Movimento del Labirinto Veriditas.
E' l‘insegnante degli insegnanti del metodo Louise Hay per Italia, la Svizzera italiana, la Thailandia e Singapore ed è stata spesso definita dai media “la Louise Hay italiana”.
E' co-fondatrice di BlessYou!, e co-direttrice della scuola di PNL, e Coaching LUCE® Libera Università di Crescita Evolutiva e dell’Istituto di Neuro-Semantica.
Nel suo lavoro si innesca una particolare sinergia tra tecniche di psicologia tradizionale, pratiche motivazionali e antichi rituali, rendendo i suoi seminari qualcosa di unico ed originale.
Vive alcuni mesi all'anno nel sud est asiatico, tra Thailandia, Singapore e Bali col marito Nicola e il cane Caligola.
Da circa 20 anni tiene corsi e conferenze, per privati ed aziende, in tutta Europa e in Asia e nel 2008 ha fondato il metodo Tutta un’altra vita®. 



Ho letto questo libro in un momento di cambiamento mio, interno.
Sono arrivata a lei cercando eventuali corsi di psicologia positiva.
Era l'inverno scorso... ero in un momento che, anche se in teoria non avrebbe dovuto essere "nero", mi sentivo invece così, attorniata da persone "negative"... e non mi andava più bene!
Ho deciso che dovevo darmi una smossa interna!
Ricordo di aver guardato un suo video, in cui diceva che dovremmo cercare di ricordare cosa volevamo quando eravamo bambini, piccoli, e da lì partire...

Da piccola volevo varie cose, a seconda dell'età... all'asilo piangevo, perchè c'era confusione e volevo stare a casa con mia nonna, e le suore, quando ero proprio inconsolabile, mi prendevano dalla mia classe (avevo una maestra dolcissima di nome Giovanna, ma io volevo comunque mia nonna), e a quel punto le suore che gestivano l'asilo (una in particolare, Suor Maria), mi trattavano come fossi una loro vera figlia e mi portavano al piano di sopra, a fare i lavori di casa con loro, e lì mi calmavo. In quel periodo dicevo che volevo fare la suora, ma probabilmente non vedendola dal punto di vista della vocazione, che non ho, ma dal punto di vista del fare del bene.

Poi alle elementari ho avuto una maestra bravissima: Maria Nadir. Era davvero super!
Brava, preparata, moderna nell'insegnamento per gli anni '80.
Per non lasciare giustamente indietro nessuno, avendo un caso "particolare" (senza però bisogno di sostegno) in classe, si era inventata e munita da sola di materiale particolare per insegnare, in modo che tutti potessimo seguirla. E parliamo degli anni '80 e quindi di quello che poteva trovare in quegli anni, per essere di aiuto.
E io in quegli anni dicevo di voler fare la maestra.

Poi alle medie ho avuto altri buonissimi insegnanti, ma in famiglia mi è stata "passata" l'idea di dover studiare qualcosa che portasse a un lavoro più o meno sicuro e rapidamente trovabile... quindi, vabbè... ho smesso di pensare a cosa volevo davvero... e ho studiato ragioneria... e per anni ho fatto l'impiegata amministrativa-contabile...

Ma con quel video si è risvegliato in me il ricordo di quando ero piccola, piena di "amore" (ricordo che mi sentivo "un'anima buona") e con tanta voglia di essere di aiuto, e di fare del bene...

E con questo libro, quel ricordo si è risvegliato ancor di più!

E' un libro che accompagna appunto nel percorso di "risveglio".
Che sprona a cercare di porsi obiettivi raggiungibili, e poi impegnarsi per raggiungerli.

Parla di cambiamento, e di accettazione del cambiamento.

Parla di zona di potere (noi) e della zona su cui non abbiamo potere (il mondo).

Parla di respons-abilità, e quindi dell'abilità di rispondere agli eventi.

Parla di zona di comfort. Di piacere e di felicità. Delle cornici della mente. Di Matrix, cioè di come abbiamo vissuto in passato e di come ciò ci condiziona nel presente e nel futuro.

Parla delle 3P (personalizzazione, pervasività in ogni ambito della vita e permanenza nel tempo).

Parla della Matrice del Sè (autostima ed essenza), delle 3A (accettazione, apprezzamento e ammirazione), della Matrice Personale (autoefficacia e saper fare), della Matrice degli Altri (mezze mele o mele intere, "ti amo se...", e relazioni interpersonali), della Matrice del Tempo (rapporto col tempo, e in che tempo vivi tra passato, presente e futuro) e della Matrice del Mondo.

Poi spiega come "riprogrammare Matrix". Stabilire una meta, parla di autorealizzazione, di tornare a sognare. Creare la propria mappa del proprio futuro.

Parla dei sette passi per riuscirci, quindi rappresentare gli obiettivi specifici e possibili, altamente motivanti, in positivo, dividendoli in tappe, capendo cosa serve per fare ciò che vogliamo, controllando che siano obiettivi in linea con le persone che vogliamo essere, e darci dei parametri specifici che ci facciano capire quando saremo arrivati dove volevamo.

Poi passa a spiegare gli assi del cambiamento, la consapevolezza, la motivazione, la decisione, la creazione e la solidificazione. Gli strumenti di trasformazione, quindi le parole, la dieta linguistica, l'ottimismo, sfruttare le 3P in positivo, la meditazione, il perdono, il potere della paura, e altro che scoprirete se leggerete questo libro.

E' un libro che consiglio vivamente a chi sente di dover cambiare, o sta vivendo suo malgrado un cambiamento, e quindi ha bisogno di accettarlo e magari farlo diventare qualcosa di positivo.
Dà molti spunti, molti input da cui partire per lavorare su se stessi, perchè giustamente poi il lavoro più grosso ognuno lo deve fare da sè, internamente.

Libro molto bello, che mi sento di consigliare senza alcun dubbio!
 
  

domenica 28 maggio 2017

Troppo Sensibile (Ilse Sand)

Ilse Sand è laureata in Teologia presso l'Università di Aarhus, in Danimarca, con una tesi su Jung e Kierkegaard, in seguito è diventata psicoterapeuta iscritta all'Associazione danese di Psicoterapia.
Dopo aver lavorato per anni come pastora della Chiesa luterana, attualmente opera nell'ambito della formazione e della terapia per soggetti ipersensibili.



Ho letto questo libro in 2 giorni, appena dopo quello di Christel Petitcollin.
L'ho letto in 2 giorni, quindi ho gradito molto anche questo, ma lo definirei diverso, da quello di Christel Petitcollin, forse più simile a quello di Rolf Sellin, ma comunque diverso, forse più particolareggiato nelle descrizioni caratteriali, ma più sintetico.

Inizia raccontando la sua storia di ipersensibile, per poi passare a parlare in generale di ipersensibilità, definendoci più ricettivi e riflessivi, particolarmente esposti alle impressioni sensoriali, facilmente influenzabili dall'umore degli altri, coscienziosi, con una ricca vita interiore, con un naturale interesse per la spiritualità, e con una "strategia" diversa nella vita.

Parla di alti standard e di bassa autostima, di regole personali che non sempre ci rendiamo conto di imporci, e della paura dell'abbandono.

Spiega che è utile organizzare la vita secondo il proprio carattere, trovare lo spazio per sè, porre dei limiti, e dà consigli contro l'iperstimolazione.

Parla di come beneficiare al meglio della capacità di stabilire relazioni profonde, come ci viene spontaneo se circondati da persone che ci capiscono, e dei 4 livelli di relazione.

Passa poi a parlare di come affrontiamo la rabbia, e dà consigli da poter applicare. Parla anche di colpa e vergogna, e di problemi di coppia.

Parla poi molto brevemente di genitori ipersensibili, ma anche in quelle poche righe un genitore ipersensibile, che magari l'ha scoperto "tardi" di esserlo, perchè prima magari credeva di essere solo "sbagliato", ecco che in queste poche righe riesce a sentirsi tutto sommato un buon genitore, anche se magari non sopporta, o spesso sopporta a fatica, per poi sbottare, il gran chiasso che possono fare i bambini, a causa dell'ipersensibilità sensoriale.

Passa poi a parlare delle sofferenze psichiche, come ansia e depressione, e di eventuale psicoterapia.

Parla poi di amore per se stessi, compassione per se stessi, riconciliazione, e gioia di essere se stessi.

Spiega poi alcuni studi fatti finora sull'ipersensibilità, dallo psicologo americano Jerome Kagan e dalla psicologa americana Elaine Aron.

Conclude quindi parlando del dono che hanno gli ipersensibili, dando alcune idee di attività che potrebbero far bene agli ipersensibili e altre che magari possono invece richiedere più energie, e un test da lei ideato.

E' un libro breve, che forse avrei preferito fosse ampliato di più, ma diciamo che in breve dà tutte le informazioni che si cercano in un libro su questo argomento.
 

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sabato 27 maggio 2017

Il potere nascosto degli ipersensibili (Christel Petitcollin)

Christel Petitcollin, esperta in psicologia e crescita personale. E' consulente e formatrice di comunicazione, psicoterapeuta e conferenziera. Formatasi in PNL, analisi transazionale e ipnosi ericksoniana, Christel tiene consulti, gestisce conferenze, dibattiti e stage di comunicazione; organizza azioni di reinserimento per persone a rischio emarginazione e cura la rubrica "psycho" sulla rivista Active.



Ho letto questo libro lo scorso inverno, avendo già letto in passato il libro di Sellin, che dalla copertina può risultare molto simile, ma pur trattando lo stesso argomento, lo tratta in modo secondo me molto diverso, forse più scientifico in alcuni punti, e molto molto più "sentito" in molti altri, e quindi anche questo mi ha dato altri spunti e altri input.

Mi ci sono ritrovata tantissimo!
In quasi tutte le pagine mi capitava di pensare "sembra stiano parlando di me!", e mi sentivo meno "sola"!

Vi riporto una frase del libro che mi rispecchia tantissimo: "... pur avendo spesso momenti depressivi, gli iperefficienti mentali conservano tuttavia una gioia di vivere sorda, latente e potente, pronta a rinascere al minimo raggio di sole"
Cosa effettivamente successa appena dopo la lettura di questo libro! 

Questo libro inizia con la storia di Camille, narrata all'autrice durante un incontro appunto tra la ragazza e l'autrice, in cui la ragazza chiedeva un aiuto. Da qui inizia a delineare i punti salienti che caratterizzano le persone ipersensibili, e lo fa in modo molto molto accurato.

Inizia parlando dell'organizzazione mentale sofisticata "per natura", e dell'allerta permanente in cui spesso ci troviamo, da ipersensibili, subissati da una miriade di stimoli visivi, uditivi, tattili e olfattivi, e inizia a definirci iperefficienti mentali.

Parla poi del fatto che a volte possiamo arrivare a sentire il desiderio di "spegnere" il nostro sistema sensoriale, che non smista automaticamente da solo gli stimoli che ci servono da quelli che ci sono inutili, ma ovviamente non si può. Possiamo solo tentare di fare uno smistamento "manuale", ma ovviamente stancante.

Parla di ipersensibilità, di iperlucidità, di ragionamento secondo l'emisfero destro e di come questo sia difficile da gestire nella società odierna.

Parla poi di iperaffettività, e quindi dei grandi bisogni affettivi che sentiamo.

Passa poi a parlare in generale di gestione dello stress, di come funziona l'amigdala in generale (la parte del cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura), del cortisolo e adrenalina che rilascia quando sente una situazione di stress, e spiega che troppo cortisolo crea avvelenamento neuronale e troppa adrenalina porta all'arresto cardiaco, quindi il cervello, per parare il colpo crea un "cortocircuito" inviando morfina e ketamina che fanno saltare il sistema d'allarme e spengono l'amigdala, scollegando quindi le emozioni ed estraneandosi, ma lo stress ovviamente non passa e "bloccati" non si può stare meglio.
L'amigdala "bloccata" non può "spostare" le emozioni verso l'ippocampo.

Spiega quindi che le persone ipersensibili sembrano avere un'amigdala ipersensibile, quindi ogni invasione emozionale crea sconnessione mentale, mandando fuori gioco la corteccia prefrontale.
Succede tipo quando un ipersensibile è in mezzo a tante persone.
 
Passa poi a parlare di iperempatia e benevolenza, e dell'importanza per gli ipersensibili di stare in ambiente armonico o in alternativa del bisogno di lavorarci su per renderlo tale.

Parla dei manipolatori, che ci creano ovviamente diffidenza.

Spiega che riusciamo a capire cosa pensano gli altri, parla di iperlucidità e Sindrome di Cassandra e altre esperienze mentali e sensoriali.

Dice che sembra che abbiamo un "cablaggio neurologico" differente dagli altri, e quindi spiega le differenze tra cervello sinistro e cervello destro

Parla di iperefficienza mentale e pensiero ramificato, di bisogno di "complessità", e degli inconvenienti del pensiero ramificato (ne parla a lungo, sotto molti aspetti, dando molti spunti su cui lavorare)

Parla poi di sonno agitato, di varie forme di iperefficienza mentale e dei test sul QI.

La seconda parte inizia parlando di vuoto identitario, autostima, paura del rifiuto, strategie di adattamento, autosvalutazione e depressione, e del momento in cui subentra l'arroganza per difesa (n.d.r.: che poi è più o meno l'unica cosa che dall'esterno viene ricordata, e su cui viene creato un pregiudizio molto difficile da scansare), arroganza che poi crea nell'ipersensibile dubbi e insicurezza.

Parla anche di imitazione, di infanzia e falso sè e quindi della "Sala VIP" (nel libro scoprirete cos'è) e di "sindrome del costume da bagno" (anticamera del burnout).

Parla di idealismo, di sete di assoluto nella scala dei valori e di pecche nel sistema valori, di relazionalità difficile, di dipendenza psicologica, di manipolatori e di intelligenza scomoda.

Passa poi a parlare dei normopensanti, di neurologia e mondo affettivo secondo la mentalità dell'emisfero sinistro.

Parla a lungo di come è vivere sotto il giudizio dei normopensanti, e definisce gli ipersensibili dei diapason (nel libro scoprirete il perchè).

Nella terza parte parla di come vivere bene con la propria iperefficienza, e delle fasi che solitamente si vivono, e cioè lo choc della rivelazione, il sollievo, le montagne russe, la negazione, la rabbia, la contrattazione, la depressione e l'accettazione.

Dice che ovviamente l'ufficio reclami è chiuso per sempre e quindi possiamo solo riordinare e organizzare i nostri pensieri, quindi parla di mappe mentali e livelli logici (ambiente, comportamento, capacità, valori, identità).
 
Parla poi di restaurare la propria integrità, riacquistare l'autostima, rinunciare alla perfezione, riconoscere i propri successi, valorizzare l'immagine di sè e coltivare l'amore di sè.
 
Spiega che per ottimizzare il funzionamento del cervello dobbiamo vivere in leggero "surmenage", cercando però il giusto livello, per non finire in burnout.

Parla quindi dei 5 bisogni fondamentali del cervello destro, di come vivere bene l'iperefficienza in società, di addomesticare la solitudine, di come gestire le critiche e curare la ferita del rifiuto... e altro... che scoprirete se leggerete questo fantastico libro!


Sì, fantastico!

Per gli ipersensibili è davvero fantastico!

Molto molto coinvolgente, e che fa sentire compresi pagina dopo pagina!
Direi che dà una sferzata di autostima molto potente!

Mi rendo conto però che se lo stesso libro viene letto da un "normopensante", come viene definito nel libro, può risultare un po' "antipatico" leggerlo, ma se il "normopensante" lo legge perchè ha a cuore una persona ipersensibile, spero che capisca che magari in questo frangente si sente "diverso" lui, ma che in tutto il resto della vita solitamente è l'ipersensibile a sentirsi così, e magari (magari) se prova a immaginare com'è vivere amplificando quella sensazione a tutti i giorni della propria vita, e a tutti i contesti sociali, magari forse si potrebbe arrivare ad una società più empatica...

Lo spererei...

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lunedì 22 maggio 2017

Le persone sensibili hanno una marcia in più (Rolf Sellin)

Rolf Sellin  è Psicologo Psicoterapeuta e Consulente. Si è formato in Coaching sistemico, PNL, Quantum Psychology e Voice Dialogue.
Ha fondato a Stoccarda l'HSP (Highly Sensitive Persons) Institut, dove propone seminari incentrati sulle tecniche e i metodi da lui stesso elaborati per gestire al meglio l'ipersensibilità e dove offre consulenza individuale.



Ho letto questo libro qualche estate fa, nel 2014.
Ero nel pieno di un periodo, durato anni, in cui mi sentivo diversa da chi mi circondava, e questo mio essere diversa mi veniva quasi imposto come sbagliato, solo perchè in minoranza.

Cercavo una luce, qualcuno che mi capisse.
E questo libro mi ha fatta sentire capita.
E' stata una sensazione dolcissima!

Sentirmi finalmente capita, come nessuno nella vita mi aveva mai fatto provare fino a quel momento, quindi in 37 anni.
Una sensazione che chi non è Ipersensibile (chi fa quindi parte della maggioranza) probabilmente non potrà mai capire.

Ricordo di averlo "divorato" una prima volta, e poi riletto subito una seconda volta sottolineando le parti che mi sembravano importanti (tantissime), e lasciato sul tavolino del soggiorno nella speranza che qualcuno ne leggesse un po' e mi provasse a capire, provasse ad accettarmi per quella che sono, a farmi sentire compresa.

Ma così non è stato...
Quel libro è rimasto lì per molto, a prendere polvere, finchè non l'ho riposto nella libreria, rassegnata... 

Dopodichè è subentrato un periodo piuttosto impegnativo per me, dal punto di vista di mamma di un figlio di 10 anni, ipersensibile, non seguito secondo me a dovere a scuola, didatticamente parlando (...)
E quindi mi sono buttata anima e corpo a seguirlo come dicevo io, in modo che arrivasse alle medie "preparato".

Fino all'autunno scorso...

A quel punto ho ripreso in mano questo libro e pian piano mi ha dato il via a fare ciò che state leggendo in questo blog.

Il libro parte narrando una situazione tipica di un ipersensibile, e poi una seconda situazione, partendo dalla precedente, ma in cui l'ipersensibile usa l'ipersensibilità trasformandola in dono.

Sellin spiega poi come è iniziato il tutto, e cioè in un soleggiato pomeriggio di settembre di alcuni anni fa, in una libreria di Santa Barbara, in California, dove si è trovato per caso in mano il libro "The Highly Sensitive Person" di Elaine Aron...
Sensazione già vissuta a mia volta col libro di Sellin...

Nel libro parla di come sia importante imparare a trovare i propri limiti, non sforzandosi invano di essere quelli che non si è solo per compiacere gli altri, ricordando che chi non percepisce se stesso non può prendersi cura di sè.

Spiega le difficoltà che può avere un ipersensibile nel mondo odierno.
Ne parla anche dal punto di vista scientifico, per quel poco che la scienza ha potuto capirne fino ad ora.

Spiega poi che la psicologia ha a lungo trascurato l'ipersensibilità, concentrandosi più sulle conseguenze, come timidezza, paura, depressione e scarsa resistenza allo stress.

Poi passa a parlare di ereditarietà genetica e di ereditarietà dell'atteggiamento nei confronti dell'ipersensibilità.

Segue poi un test per autovalutare la propria ipersensibilità, e uno per valutare quella dei propri figli.

Parla anche degli High Sensation Seeker, cioè degli ipersensibili alla ricerca di forti emozioni, mettendo a disposizione un test anche in questo caso.

Inizia poi a parlare di quando l'ipersensibilità è vissuta solo come un problema, quindi come ha inizio la lotta interiore. Il primo passo, cioè la rinuncia al proprio corpo, e quindi alle proprie sensazioni, e poi il secondo passo, cioè la rinuncia al proprio punto di vista. Poi il terzo passo, cioè percepire se stessi dalla prospettiva altrui. E infine, un momento, solitamente "il meno opportuno", in cui l'adattabilità non funziona più, e lo si vede in modi "fastidiosi". Spesso però questo porta a cercare di adeguarsi ancora di più, in un "gioco" in cui si è destinati solo a perdere...

Parla poi del periodo dell'infanzia degli ipersensibili, e di ciò che li porta a rivolgere la percezione ancor più verso l'esterno, adeguandosi agli individui meno sensibili.

Passa quindi a parlare di ipersensibili felici, di "conseguenze" per i genitori di bambini ipersensibili, e poi tratta l'argomento degli uomini ipersensibili.

Parla poi di donne ipersensibili, e di quando queste cominciano a richiamare l'attenzione solo quando questa qualità comincia a mostrare i lati negativi, e quindi a infastidire.

Spiega poi come imparare a dirigere la percezione, perchè a volte è la nostra stessa percezione ad indebolirci.

Parla poi di limiti e confini, e di come questi possano darci forza, energia e crescita. Dosare l'empatia, e imparare a gestire bene le nostre energie per non spingerci troppo oltre.

Parla anche di dolori, sintomi e malattie che subentrano quando per l'ennesima volta non siamo "centrati".

Passa quindi a parlare di stress, della sua gestione, e di come alcuni metodi contro lo stress addirittura indeboliscano gli ipersensibili. Spiega di come si dovrebbe ridurre l'adrenalina e favorire l'ossitocina. E di come reagiscono gli ipersensibili quando una situazione diventa davvero dura, cioè sapendo dov'è il salvagente!

Parla poi di come gli ipersensibili pensano in modo diverso, e degli atteggiamenti conflittuali che spesso nascono.

Passa poi a parlare di ipersensibili e lavoro, ipersensibili e rapporti sociali, ipersensibili e vita di coppia.

Infine parla di percorsi terapeutici corretti e percorsi terapeutici sbagliati. Per cosa viene scambiata l'ipersensibilità, anche da molti addetti ai lavori, e dei meccanismi di difesa che scaturiscono dall'ipersensibilità non accettata dall'esterno e non consapevole internamente.

In tantissimi punti del libro propone esercizi per aiutare le persone ipersensibili a capirsi e a vivere meglio.

E' un libro che definisco "un balsamo per il cuore delle persone ipersensibili" e che quindi consiglio, sia a loro, sia a chi per qualsiasi motivo ne conosce una!
 

venerdì 5 maggio 2017

ConosciamoCI meglio!

Sì, conosciamoCI, io e anche voi, meglio!

Credo che una cosa basilare nella vita, per stare bene con se stessi sia la consapevolezza di sè: capirsi!

Una volta capiti noi stessi forse possiamo cercare di stare bene con chi ci sta vicino.

Ma se non sappiamo bene chi siamo, come possiamo anche solo capire che una certa cosa che gli altri fanno ci dà fastidio non perchè siamo "rompi, strani, o sbagliati", come possono definirci gli altri (e magari finire nella spirale della bassa autostima), ma magari ci dà fastidio semplicemente perchè ci sono delle ragioni alla base?

Ammetto di essere sempre stata attratta fin da ragazzina dai test psicologici (pur studiando all'epoca ragioneria, solamente perchè speravo di trovare più facilmente lavoro in seguito...), ma sinceramente molti dei test che trovavo sui giornali mi sono sempre sembrati un po' "campati in aria".

Poi è stato il momento dei primi amori, del matrimonio, poi dei figli, e questa attrattiva si era assopita.

Dai 35 anni in poi, dal 2012, dopo la morte di mia nonna materna (che mi ha fatto praticamente da mamma, visto che i miei genitori hanno deciso che avrebbero lavorato tutto il giorno, tutti e due) ho iniziato a cambiare, pian piano. A risvegliarmi.

Ho ricominciato a pensare molto, in barba a chi per anni, specialmente in questi anni, finchè mi risvegliavo, mi ha detto di smetterla di pensare, ma appunto, è stato un percorso lento, avendo comunque tante cose per la testa da gestire con i figli. E ho letto qualche libro. Uno (quello di Sellin) qualche anno fa, circa 3 anni fa se non ricordo male, ma pur essendo un libro che definisco bellissimo (un balsamo per il cuore degli ipersensibili), non ho letto altro poi di quel tipo.

L'estate scorsa, a Ferragosto, nel giardino dei miei suoceri, finchè leggevo non ricordo cosa, forse un testo per imparare lo spagnolo in 30 giorni, ho sentito quella che da anni chiamo "la mia vocina" (una voce interna che ogni tanto, dai 19 anni in poi, sembra dirmi qualcosa per aiutarmi nella vita, cercando di pararmi qualche colpo al solito), che mi diceva "leggi qualcosa di psicologia!", e da lì ho ricominciato a leggere libri sull'ipersensibilità e psicologia in generale.

Ora, a quasi 40 anni, capendomi meglio, sto cercando dei test più "seri", che sembrino almeno avere una "base".

Voglio segnalarveli, ricordando che, ovviamente, daranno un risultato vero solo se si risponde con sincerità, con autenticità.


 


Tipo, per l'Ipersensibilità ne ho trovati un paio.

Sito Personealtamentesensibili (dentro alla pagina cliccate su self-test)
In questo test io risulto 22/27

Dott.ssa Nicoletta Travaini (Test parziale)
In questo test risulto 9/13


Per l'introversione ne ho trovato uno che considererei valido:

Sito introversi.it (test introversione-estroversione di Eysenck)
In questo test sono risultata -29 (-50 è la massima introversione e +50 è la massima estroversione)


Poi da qui sono passata a cercare di capire per bene introversione ed estroversione, e tra un libro e l'altro e una ricerca e un'altra sono arrivata ad una serie di test che riprendono la classificazione dei tipi psicologici che aveva fatto Jung, ma ampliandola un po', aggiungendo la suddivisione che rappresenta come una persona organizza la realtà.

Si tratta dei test sull'indicatore MBTI (Myers Briggs Type Indicator), studiato da Katharine Cook Briggs e da sua figlia Isabel Briggs Myers durante la seconda guerra mondiale.

Con questo indicatore hanno "ricavato" 16 tipologie di personalità. Ma ovviamente all'interno di ogni tipologia ci sono comunque varie "sfumature", e, a seconda della nostra età, anche queste sfumature cambieranno (stando sempre all'interno del tipo di base), in funzione delle nostre esperienze e di come ci rapportiamo ad esse.

Ho letto che in internet esistono diverse varianti, spesso semplificate, del test MBTI studiate appositamente in base al settore, personale, lavorativo, scolastico, in cui si vogliono applicare.

Ne ho trovati un paio che sembrano ben strutturati:

Sito La Stessa Medaglia - Test

Sito 16 Personalities - Test



Se siete interessati a capire come funzionano i 16 tipi psicologici, vi lascio i link in cui questi due siti spiegano il funzionamento:

Spiegazione della teoria del sito "16 Personalities"


E poi vari post di spiegazioni del sito "La Stessa Medaglia":

MBTI e tipi psicologici: un po' di teoria e di storia

MBTI e tipi psicologici: le funzioni

Domande e risposte sui tipi psicologici/MBTI



E io come risulto essere?
Bella domanda!
Ho fatto e rifatto vari test MBTI, anche alcuni che non ho segnalato qui, e in alcuni risulto INFJ e in altri ISFJ.
Praticamente sembra, se non ho capito male, che vari il modo in cui vedo il mondo e gestisco le informazioni.

"Il tipo S è una persona che è prevalentemente condizionata dalle informazioni acquisite attraverso i cinque sensi.", avevo letto su quest'altro sito https://www.psyjob.it/16-tipi-psicologici-di-personalita.htm "chi appartiene al tipo S ama scoprire la vera natura dei fatti di una determinata situazione e trae piacere dal raggiungimento delle soluzioni. Anche l’intuitivo (N) acquisisce le informazioni attraverso i cinque sensi, ma preferisce andare oltre l’immediatezza dei dati sensoriali utilizzando le possibilità dall’immaginazione. I tipi intuitivi sono particolarmente capaci nei ragionamenti teorici e nella visione globale delle cose, mentre i tipi S sono più affidabili nell’acquisizione delle informazioni."

E sinceramente ci sta.
Infatti mi sono sempre chiesta "come sono", visto che a volte reagisco di pancia e a volte di testa, senza una apparente prevalenza di un modo o dell'altro in termini di quantità.

Se non ho capito male, dentro di me mi alterno/dibatto tra:
  • Dominante: Sensazione introversa (Si)
  • Secondaria: Sentimento estroverso (Fe)
  • Terziaria: Pensiero introverso (Ti)
  • Repressa: Intuizione estroversa (Ne)
           e
  • Dominante: Intuizione introversa (Ni)
  • Secondaria: Sentimento estroverso (Fe)
  • Terziaria: Pensiero introverso (Ti)
  • Repressa: Sensazione estroversa (Se)

Leggevo che l’intento originale di Jung era aiutare le persone a comprendere le proprie predisposizioni (funzione dominante) e i propri limiti (funzione repressa) per trovare un equilibrio. Quindi, mi chiedo nel mio caso cosa significhi... che devo ritrovare il mio equilibrio? 
Questo sicuramente, lo sento da un po', ed è per questo che mi sono messa a leggere e studiare questi argomenti.

Comunque, ok, sia per capirmi meglio, sia per farmi capire meglio, ho deciso di prendere le 2 descrizioni ISFJ e INFJ di questi 2 siti di cui ho segnalato i test, e mettere in grassetto di volta in volta, magari con 2 colori diversi, i punti che sento più "vicini a me", e magari barrando o segnalando in altro modo (magari con degli ndr) quello che sento meno "vicino".

Vediamo se ne esce una prevalenza di ISFJ o di INFJ.

(Scusate l'impaginazione ogni tanto sbagliata nelle interlinee, ma facendo copia-incolla a volte blogger sfalsa l'interlinea e non ne vuole sapere di farla come dico io... mi spiace...)



ISFJ (Sito 16Personalities)


Il tipo di personalità ISFJ è abbastanza unico, dato che molte delle loro qualità resistono alla definizione dei loro tratti individuali. Anche se in possesso del tratto focalizzato sui Principi (F Sentimento), gli ISFJ hanno ottime capacità analitiche; anche se sono Introversi (I), hanno ben sviluppato le loro abilità nei confronti di persone e relazioni sociali solide; e anche se sono Pianificatori (J Giudizio), gli ISFJ sono spesso ricettivi al cambiamento e a nuove idee. Con così tante cose, le persone con il tipo di personalità ISFJ sono più della somma delle loro parti, ed è il modo in cui utilizzano questi punti di forza che definisce chi sono.

Gli ISFJ sono veri altruisti, rispondendo alla gentilezza con gentilezza eccessiva e si dedicano al lavoro e alle persone in cui credono con entusiasmo e generosità.
Difficilmente c’è un tipo migliore che costituisce una così grande parte della popolazione, quasi il 13%. Combinando il meglio della tradizione e il desiderio di fare del bene, i tipi ISFJ si trovano in aeree di lavoro che hanno un senso di storia alle spalle, come la medicina, la carriera accademica e il lavoro sociale di beneficenza.

Le personalità ISFJ (soprattutto quelle Prudenti) sono spesso meticolose al punto del perfezionismo, e anche se procrastinano, si può sempre fare affidamento su di loro per ottenere un lavoro fatto in tempo. I tipi ISFJ si prendono le loro responsabilità personali, costantemente andando ben oltre, facendo tutto il possibile per superare le aspettative e il piacere degli altri, al lavoro e a casa.
 

Dobbiamo Essere Visti Per Essere Creduti
 
La sfida per i tipi ISFJ è assicurarsi che quello che fanno sia notato. Hanno la tendenza a sottovalutare le loro realizzazioni (ndr: qualche anno fa...), e mentre la loro gentilezza è spesso rispettata (ndr: solitamente nel mio caso non molto...), le persone più ciniche ed egoiste probabilmente approfittano della dedizione e umiltà degli ISFJ affidando a loro il lavoro e poi prendendosi il merito. Gli ISFJ devono sapere quando dire di no e difendersi, se vogliono mantenere la loro fiducia ed entusiasmo.


Naturalmente socievoli, una qualità strana per gli Introversi, i tipi ISFJ utilizzano la loro ottima memoria non per conservare dati e curiosità, ma per ricordare persone e dettagli sulle loro vite. Quando si tratta di fare dei regali, i tipi ISFJ non hanno eguali, con la loro immaginazione e la sensibilità naturale esprimono la loro generosità in modi che toccano il cuore dei destinatari (ndr: nel mio caso solo finchè non vedo che se ne approfittano...). Mentre questo è certamente vero con i loro collaboratori, dato che le persone con il tipo di personalità ISFJ spesso li considerano i loro amici personali, è in famiglia che le loro espressioni di affetto fioriscono completamente.



Se Posso Proteggerti Lo Farò

Le personalità ISFJ sono un gruppo meraviglioso, che raramente sta con le mani in mano, mentre una giusta causa resta incompiuta. La capacità degli ISFJ di connettersi con gli altri a livello intimo non ha rivali tra gli Introversi, e la gioia che provano ad utilizzare tali connessioni per mantenere una famiglia felice e di supporto è un dono per tutti i soggetti coinvolti. Potrebbero non essere mai davvero a loro agio sotto i riflettori, e potrebbero sentirsi in colpa se si prendono il merito per gli sforzi di squadra, ma se possono assicurarsi che i loro sforzi sono riconosciuti, gli ISFJ sono propensi a sentire un livello di soddisfazione in quello che fanno che molti altri tipi di personalità possono solo sognare.



ISFJ (Sito La Stessa Medaglia)


In primo luogo, gli ISFJ, come i loro cugini ISTJ, si interessano molto nel preservare e proteggere i modi passati di fare le cose. Generalmente crescono molto legati alla routine e alle cose familiari, che danno loro sicurezza e stabilità. Maggiormente faranno qualcosa in una certa maniera, maggiormente sarà difficile far loro provare nuove cose.

Difficilmente rischiano o si fanno trascinare dagli impulsi, se non hanno un’esperienza propria o altrui sulla quale basarsi con certezza; in ogni caso, raramente si comportano diversamente dalle proprie abitudini. Sono tipicamente “persone di casa”. Preferiscono avere un piano ben preciso sul futuro, sulle cose da fare e sulle relazioni.

Lo stesso vale per i loro valori e la loro visione del mondo: molti ISFJ continuano a mantenere le convinzioni e tradizioni con le quali sono cresciuti. Anche per questo, gli ISFJ sono spesso visti come chiusi di mente e testardi; in realtà sono più tolleranti di quanto molti credano.

Siccome la loro funzione dominante è di tipo percettivo, gli ISFJ sono più inclini alla subordinazione piuttosto che assumere un ruolo di controllo e dominante. Ciò è comune soprattutto in ambiente lavorativo, dove gli ISFJ tendono ad essere degli ottimi collaboratori e lavoratori.

Nel tempo libero, la gran parte degli ISFJ sa come rilassarsi, una cosa che la controparte estroversa (ESFJ) fatica a capire. Nella vita privata tendono a dipendere molto dalle persone a cui tengono, e difficilmente riescono a separarsene del tutto. Sono naturalmente portati a dare calore e sicurezza, pur avendo difficoltà ad esprimere o capire i propri sentimenti, nonostante siano forti e importanti per loro (ndr: qualche anno fa...). La grande dipendenza che possiedono li rende facilmente vulnerabili alle parole altrui.

Agli ISFJ piace sapere cosa aspettarsi dal futuro. Vogliono conoscere “il piano” e non apprezzano le sorprese. Trovano che l’incertezza e l’ambiguità siano destabilizzanti. Sono estremamente leali, ligi al dovere e responsabili, ammirati per la loro perseveranza e la loro devozione (ndr: spesso vengo definita testarda più che perseverante...), e con i piedi ben saldi per terra. È molto importante per loro essere un esempio rispetto a ciò che dicono, oltre che a tenersi ben stretti i loro ideali e le loro convinzioni.

Gli ISFJ, tuttavia, hanno una grande intelligenza sociale. In particolar modo, si interessano delle relazioni, si curano delle persone e fanno in modo che tutto vada per il verso giusto. Sono compagni ed amici leali, soprattutto con persone che hanno uno stile di vita simile e una comune visione del mondo. Questa tendenza interpersonale conferisce agli ISFJ una maggiore apertura mentale e una cordialità dolce e sensibile (ndr: nella mia mente spesso mi dico che mi piacerebbe "lasciarmi andare", ma sono cresciuta con genitori anaffettivi, tranne mia nonna, da adulta sono sempre stata vista come "sbagliata", e quindi ogni volta non riesco a "lasciarmi andare").

È per questo che gli ISFJ apprezzano la carriera nell’insegnamento, sia per il piacere che mettono nei rapporti umani che per l’interesse intellettuale che generalmente possiedono, nonostante a loro piaccia applicare ciò che imparano. La differenza principale, rispetto alla loro controparte estroversa, sta nell’intensità delle relazioni: gli ISFJ sono tendenzialmente più cauti e timorosi, tendono a non aprirsi subito e a misurare il grado di coinvolgimento in una relazione.

In sostanza, gli ISFJ sono tra i più affidabili, dolci, onesti ed abitudinari tra i Tipi Psicologici. Sono degli amici leali, compagni devoti, ammirati per la perseveranza e la fermezza che mettono tanto nelle relazioni quanto nel lavoro e nella vita privata.


Funzione dominante: la Sensazione Introversa (Si)

La Sensazione Introversa è la funzione dominante degli ISFJ. Gli ISFJ non ricercano continuamente nuove sensazioni, nuove esperienze o nuovi beni materiali. Preferiscono di gran lunga una vita routinaria e prevedibile, che fornisce loro sicurezza e tranquillità.

Si (sensazione introversa) è anche la funzione che riguarda la conservazione e la tradizione, entità sentite dagli ISFJ come costituenti del loro modo d’essere. Sono profondamente convinti delle informazioni e delle esperienze che fanno. Raramente un ISFJ si sentirà a suo agio nell’infrangere una regola, o nel deviare da un modo di fare prestabilito: se non sentono intimamente la necessità di cambiare un modo di fare, che sia personale o che sia una formalità, allora non lo cambiano.

Preferiscono di gran lunga sapere cosa aspettarsi, conoscere i piani nei minimi particolari. Gli ISFJ, a volte, sono spesso percepiti come chiusi mentalmente, testardi, o comunque sicuri delle loro idee in maniera rigida. Ciò, naturalmente, non rende gli ISFJ dei cocciuti ignoranti e babbei: semplicemente, sono molto convinti delle proprie posizioni. La funzione Si (sensazione introversa), inoltre, ricevendo le esperienze esattamente per come sono, contribuisce a creare una salda memoria, in grado talvolta di ricordare anche molti dettagli.

Poiché si tratta di una funzione percettiva, gli ISFJ sono meno inclini ad essere degli attivisti in prima persona rispetto a ciò che professano, studiano o credono; preferiscono spendere del tempo a riflettere, specie sui fatti del passato e sulle convenzioni. Molti ISFJ si prodigano in servizi o studi religiosi, attività in genere molto consone alla loro Si (sensazione introversa) dominante. Ad ogni modo, non significa che ogni ISFJ sia un fervente religioso: semplicemente, l’attività religiosa, di qualsiasi forma e natura, spesso è vista come “tradizionale e convenzionale”, ed è spesso praticata da questo Tipo.

Un’altra caratteristica centrale della funzione Si (sensazione introversa) è la coscienza del proprio corpo. Gli ISFJ sono perfettamente certi del funzionamento del proprio fisico, di ciò che necessita per essere soddisfatto e che segnali manda quando è turbato. Gli ISFJ sono molto acuti rispetto agli stimoli sensoriali, che siano tattili, visivi, di gusto eccetera, e talvolta anche ipersensibili alle stimolazioni eccessive (luci forti, calore intenso). Gli ISFJ possono sentirsi molto più irritati rispetto agli altri Tipi se non si sentono fisicamente a loro agio, se sono malati, affamati o insonni. Anche sensazioni normali possono essere molto amplificate, facendole mostrare quasi come segni di malattia (e ciò può condurre all’ipocondria). Questa ipersensibilità conduce gli ISFJ a curare moltissimo l’ambiente di casa, per renderlo il più accogliente e adeguato possibile alle loro esigenze.

Gli ISFJ sono spesso considerati come conservatori (la gran parte delle persone di questo Tipo non cambia quasi mai opinione politica o religiosa, in virtù di quanto detto), ma non bisognerebbe definirli tali, siccome hanno semplicemente una forte sicurezza di ciò che apprendono tramite l’esperienza. Gli ISFJ, inoltre, insieme agli ISTJ, ci ricordano su quali passi siamo già passati, tracciano gli errori del passato e ci aiutano a non ripeterli. Ciò potrebbe sembrare molto limitativo, specie per gli N (intuizione) dominanti (ma forse sono questi ultimi ad avere la testa troppo tra le nuvole…) - (ndr: gli N dominanti dovrebbero essere tipo gli INFJ, cioè l'altra tipologia che risulta nei miei test...)


Funzione ausiliaria: il Sentimento Estroverso (Fe):

Gli ISFJ sono emotivi e si interessano molto degli altri; sono molto attenti alle convenzioni e alle aspettative sociali. Sono accorti ad essere caldi, amichevoli, affabili e ad instaurare delle buone relazioni, prendendosi cura di chi sta loro intorno (ndr: come dicevo, spesso mi sento che non mi "lascio andare"). Questo tuttavia non è opportunistico: il loro interesse nel mantenere un ambiente accogliente è genuino e spontaneo. Con gli estranei tendono ad essere formali sebbene affabili, mentre con gli amici si aprono realmente e a fondo.

Sono molto empatici, e si interessano delle emozioni altrui, a volte provando sulla propria pelle ciò che gli altri provano. Nonostante questo, hanno molta difficoltà a comprendere le loro emozioni (ndr: qualche anno fa...), perché il sentimento è appunto estroverso, rivolto all’esterno. Così, quando hanno dei problemi, spesso cercano supporto e guida dagli altri (ndr: magari tramite libri e video...). Esprimersi tramite il sentimento è importante per la loro salute fisica e psicologica: si sentono meglio dopo aver espresso i loro sentimenti a qualcuno, tramite parole o anche piangendo. Questo, prima ancora di un aiuto concreto, è molto importante per gli ISFJ: prima lo sfogo, poi la soluzione.

Inoltre, la funzione ausiliaria è fondamentale per la loro naturale inclinazione  all’insegnamento: la funzione dominante (Si sensazione introversa) dà loro la convinzione e l’organizzazione per trovare i metodi di fare le cose, nonché le nozioni e i dettagli da illustrare, mentre il sentimento estroverso (Fe) riesce ad esprimere il tutto in modo chiaro e socialmente accettabile.
Questa funzione, infine, è dedita alla formulazione di giudizi, pensieri ed opinioni, che generalmente sono felici di condividere.


Funzione terziaria: il Pensiero Introverso (Ti)

Gli ISFJ utilizzano il Pensiero Introverso principalmente per rifinire e migliorare i giudizi affermati con la funzione ausiliaria (Fe sentimento estroverso). Questo poiché Ti (pensiero introverso) inserisce quell’elemento di logica e scetticismo che manca nella prima parte dell’evoluzione. Generalmente, siccome la combinazione Si-Fe (sensazione introversa e sentimento estroverso) fornisce abbastanza certezza rispetto alle proprie scelte e convinzioni, non tutti gli ISFJ sviluppano questa funzione. Crescendo, tuttavia, imparano ad apprezzare il valore del pensiero logico, nonché il contributo che esso apporta interiormente, soprattutto nell’analisi e nell’indagine dei propri ricordi e convinzioni (gestiti dalla funzione dominante Si sensazione introversa). Quest’analisi, tuttavia, non sempre giunge al termine o si concretizza in qualcosa, poiché Ti (pensiero introverso) è appunto la funzione terziaria, meno usata delle prime due, e più difficile da comprendere.

Essendo una funzione introversa, raramente gli ISFJ mostrano il loro lato analitico e strettamente logico. Inoltre, avendo solo una parziale presa sul proprio mondo interiore, gli ISFJ cercano di ottenerlo perlopiù esteriormente tramite Fe (sentimento estroverso), sperando inconsciamente di compensare l’insicurezza. Perlopiù, comunque, Ti (pensiero introverso) si occupa di integrare e poco di ostacolare. Accade che si manifesti, tuttavia, quando gli ISFJ si sentono attaccati o minacciati nella loro interiorità: in quel caso, l’apporto di Ti (pensiero introverso) diventa necessario per costruire una difensiva strutturata e solida alle accuse, e talvolta può condurre ad un Loop.


Loop

Il Loop consiste nell’inversione delle funzioni centrali, l’ausiliaria e la terziaria, inversione che si presenta costantemente o solo in particolari situazioni. Cosa significa? Normalmente, ci sono una funzione estroversa e una introversa tra le prime due funzioni (Dominante e Ausiliaria) così come nelle ultime due (Terziaria e Repressa). In un Loop, questo equilibrio si spezza, portando ambedue le funzioni estroverse per i Tipi Estroversi in cima, ed ambedue le funzioni introverse per gli Introversi. Nel caso del Tipo ISFJ, il Loop consiste nello scavalcamento della Ti (pensiero introverso) sulla Fe (sentimento estroverso), accostando Si/Ti (sensazione introversa e pensiero introverso). Il Loop degli ISFJ e le sue conseguenze è in gran parte condiviso con il Tipo INTP.

Il Loop degli ISFJ si caratterizza nel totale abbandono di ogni tentativo di relazioni interpersonali profonde, mantenendole unicamente sulla sfera superficiale. Questo non perché non desiderino, anzi, ma perché ritengono di avere dei pensieri e dei comportamenti totalmente inusuali, eccentrici, che impediscono di sentirsi accettati dalla società (ndr: con alcune persone che non posso eliminare dalla mia vita ho "dovuto" usare questo "modo").

I tentativi che compiono, inoltre, risultano spesso goffi, e i fallimenti vengono vissuti come delle apocalissi. Un tipico schema mentale si racchiude in questa frase: “Ricordi come ti sei sentito l’ultima volta che hai provato a farti accettare? Non riesci a comprendere logicamente i rituali sociali, in passato così come adesso”, impedendo loro di provare qualsiasi cosa di nuovo. Questo atteggiamento è definito anche come Disturbo Schizotipico di Personalità.

La tendenza principale di questo Loop è l’isolamento, il rimuginare sui propri pensieri, il continuare a rimanere dentro un riccio senza arrischiarsi ad uscire, circondati da paure spesso infondate o ingigantite. Le idee che conducono a questi pensieri negativi sono spesso rigide, fisse, e restìe a cedere il passo a qualsiasi innovazione. Se riusciranno a tentare nuovi approcci e avere il coraggio di aprirsi al mondo, soprattutto con persone fidate, riscopriranno la loro naturale tendenza al buon cuore ed al vissuto interpersonale.


Funzione inferiore/repressa: l’Intuizione Estroversa (Ne)

Per la propria crescita personale, è fondamentale che gli ISFJ tengano conto della loro funzione inferiore, l’Intuizione Estroversa. Come tutti i Tipi, gli ISFJ potrebbero sentirsi accecati dalla forza con cui la funzione repressa si esprime nel conscio ed influenza le proprie decisioni, nonostante esse rimangano in gran parte inspiegate.

Questa funzione si occupa di generare e connettere le idee, di fare brainstorming, di cercare nuove teorie, di esplorare varie opzioni e possibilità. Siccome questa ricerca viene compiuta praticamente ovunque, è decisamente imprevedibile e molto dispersiva e destabilizzante. Inoltre, connettere insieme eventi separati risulta faticoso per gli ISFJ: difficilmente vedono il grande quadro complessivo, poiché si concentrano molto sui singoli dettagli. Questa funzione si esprime attraverso una sorta di “obiettivo ideale” pensato per la propria crescita personale, come se questo, alla fine, promettesse il bilanciamento interiore e la completezza.

Un altro modo tipico è tramite la lettura di testi impegnativi, un’attività che permette di assorbire nuovi concetti, idee e teorie. Gli ISFJ potrebbero, dunque, leggere avidamente molti libri o riviste: ma siccome la Ne (intuizione estroversa) è una funzione repressa, inconscia, quest’attività risulterà molto stancante, essendo gli ISFJ per niente abituati né affini a letture pesanti, lunghe e complicate, nonostante i loro generali interessi intellettuali.

Uno dei modi senza dubbio peggiori in cui la Ne (intuizione estroversa) si manifesta è il gossip: esso procaccia nuove informazioni, notizie bomba e quant’altro. Gli ISFJ sentono spesso la necessità di parlare di tutto e di tutti, di inventare nuove idee fantasiose, di connettere eventi del tutto sconnessi tra di loro al solo fine di creare un nuovo, fantastico scenario. Oppure, potrebbero propagandare avidamente visioni religiose, opinioni politiche, teorie del complotto, senza necessariamente comprendere a fondo il loro significato. Sotto stress, in particolare, gli ISFJ tenderanno a manifestare la Ne (intuizione estroversa) in maniera paranoica, dispersiva e catastrofica, vedendo ovunque minacce alla propria persona e al proprio mondo.

Gli ISFJ usano questa funzione anche per innovare il loro modo di approcciarsi agli altri (Fe sentimento estroverso), innovando la calorosità che caratterizza il loro modo di esprimersi. Oppure, si manifesta ricercando nuovi modi di vedere il mondo; le ISFJ donna, in particolare, apprezzano moltissimo la compagnia dei bambini (ndr: mi piace se sono calmi, essendo io anche ipersensibile agli stimoli), in quanto permettono loro di osservare le cose in maniera innocente, essenziale, che viene percepita come pura e meravigliosa. 

L’esplorazione della funzione inferiore avviene tramite l’utilizzo della funzione dominante: di conseguenza, gli ISFJ faranno esperienza dell’ebbrezza di cercare cose nuove tramite le linee guida della dominante Si (sensazione introversa). In altre parole, sono aperti a cercare nuove idee e interpretazioni, ma con il limite determinato dall’esperienza personale, dalla propria visione del mondo, e dalla necessità di integrare la novità con la sicurezza. Di conseguenza, gli ISFJ potrebbero sembrare aperti e curiosi per certe cose, ma decisamente chiusi e remissivi rispetto a ciò che potrebbe destabilizzare il loro modo di vivere.

Integrando la Ne (intuizione estroversa), gli ISFJ impareranno ad accettare chi la pensa diversamente da loro, anche se questa visione è totalmente opposta. Ciò potrebbe condurre, in ultima analisi, a trovare il coraggio di rivedere anche la loro personale visione del mondo, correggerla e migliorarla.

Gli ISFJ più mentalmente aperti capiranno che chiudersi in se stessi e nelle proprie convinzioni, agendo in maniera paranoica e protezionista, non li aiuterà di certo a conseguire la pace e la tranquillità che cercano. È assolutamente fondamentale, infatti, che sappiano trovare un equilibrio tra ciò che hanno sperimentato ed imparato, e che fonda il loro modo di essere e vivere (Si sensazione introversa), con le novità e le aperture, ed anche i misteri e le ambiguità, che assicurano curiosità e voglia di cercare (Ne intuizione estroversa).


 
Fase 1 (adolescenza-20 anni)

In questa fase iniziale, gli ISFJ assorbiranno, integreranno e rifletteranno su tutto ciò che accade loro intorno, sulle loro esperienze e su ciò che imparano. In molti casi, raccoglieranno una serie di ricordi e fatti che fonderanno la loro futura visione del mondo.
Durante questa fase, gli ISFJ potrebbero persino mostrare la loro capacità interpersonale, che si manifesterà come polo ulteriore per la navigazione iniziale nel mondo.

Fase 2 (20 anni – 30 anni)

Una volta sviluppato adeguatamente le loro capacità coscienti, inizieranno a manifestarsi le funzioni inferiori. Questo porterà a confusioni e insicurezze, sino a quando un equilibrio adeguato non venga raggiunto.

Fase 3 (30 anni, 40 e oltre)

Se tutto procede adeguatamente e se sono abbastanza fortunati da entrare nella Fase III, gli ISFJ si renderanno sempre più conto dei modi in cui la propria funzione inferiore (Ne intuizione estroversa) si manifesta, garantendo una stabile e duratura sensazione di pace e completezza. 


Possibile "monologo"

Sembra talmente ovvio che mi pare stupido doverlo dire, ma le cose vanno più agevolmente, con equilibrio, se sai esattamente cosa stai facendo. Non c’è niente come avere la tua mappa personale, privata si come fare le cose – più studio e lavoro nelle aree a cui sono interessato, più sviluppo l’abilità di connettere le mie esperienze a tutto il resto che ho fatto, e il processo cresce e cresce. Non è neanche mia intenzione fare in modo che sia così – semplicemente so cosa mi piace, cosa mi mette a mio agio e cosa no, e so che più pianifico la mia vita in modo da occuparmi del lavoro in aree in cui ho confidenza, e più facilmente avrò successo e più le informazioni e le abilità che avrò saranno in profondità e specializzate. Penso che una delle mie forze maggiori sia che so in cosa sono bravo e, soprattutto, in cosa non sono bravo, e ho il buon senso di sapere quando evitare queste ultime. Non capisco perché la gente insista azzardatamente a cimentarsi in cose in cui non hanno la minima idea di come comportarsi. Che senso ha? Se non sai cosa stai facendo, sei destinato al fallimento!

 

Attitudini

Cucinare (ndr: amo mangiare bene ma odio cucinare), giardinaggio (ndr: ho il pollice nero purtroppo), dipingere, decoupage, picnic, camminate nella natura, guardare film. Spesso supportano anche gli hobbies e gli interessi di coloro che apprezzano/amano.

Dentista, Infermiera, Logopedista, veterinario, insegnante della scuola dell’infanzia o elementare, amministratore scolastico, counselor, assistente sociale, biologo, ricercatore medico, libraio.


Curiosità
  • Nei test di personalità, emergono tratti come: conservatore, convenzionale, accorto, riservato.
  • Tra i piú inclini a credere in un potere spirituale superiore.
  • Piú incline della media a soffrire di dolore cronico, specie di problemi cardiocircolatori.
  • Molto diffuso tra gli insegnanti.
  • Piú incline di altri tipi a guardare la televisione piú di tre ore al giorno.
  • I valori personali includono la famiglia, la salute e la spiritualità.
  • Tra i tipi con il piú basso reddito.
  • Trovati comunemente in carriere relative all’educazione, la salute e la religione.

Gli ISFJ da bambini sono...

  • Sono seri, gentili e quieti, anche da molto piccoli.
  • Si legheranno fortemente ad entrambi i genitori.
  • Esprimeranno facilmente i loro sentimenti.
  • Adorano essere abbracciati, farsi rimboccare le coperte, accoccolarsi e farsi coccolare.
  • Potrebbero rendersi facilmente conto di quando necessitano di mangiare e dormire.
  • Cresceranno sani se avranno un orario programmato, e saranno in disappunto se non ci sarà… necessitano di una struttura e di una routine.
  • Si sentiranno sicuri in casa, e molto insicuri fuori.
  • Molto onesti, e vorrebbero che gli altri lo fossero con loro.
  • Quasi sicuramente vorrano aiutare altri bambini.
  • Saranno scettici, e impauriti dalle situazioni nuove.
  • Impiegheranno molto tempo per abituarsi a nuovi ambienti. Continui cambiamenti d’abitazione potrebbero destabilizzarli.
  • Crescendo, necessiteranno di tempo per inserirsi in attività sociali. Non si sentono a loro agio quando sono forzati e sospinti. Desiderano osservare un’attività prima di parteciparvi.
  • Non avranno troppi problemi con la scuola elementare, struttura che sembra fatta apposta per loro poiché include l’ordine, le lezioni e la routine.
  • Preferiscono studiare una cosa alla volta. Più “ci mettono le mani”, meglio è. Però, maggiormente una materia sarà teorica, di meno sarà apprezzata.
  • Una volta conosciuta una persona, sono sensibili, amichevoli e gentili. Spesso sono turbati da chi non si comporta così.
  • Svilupperanno la percezione di colori, profumi, gusti, immagini, più approfonditamente rispetto agli altri.
  • Gli piacerà avere amici, pur non avendo una grande rete d’amicizie. Solo un paio saranno amici stretti.
  • Potrebbero apprezzare il collezionismo, e andare d’accordo con gli animali.
  • Potrebbero impegnarsi in lavori part-time durante la scuola superiore o l’università, poiché avere un patrimonio personale sarà visto come un modo per sentirsi responsabili.
  • Crescendo, vorranno una stanza e una casa ordinate, non rifiuteranno le responsabilità e potrebbero essere molto tradizionalisti.

Consigli per i genitori di figli ISFJ

  • Gli piace molto sedersi accanto a mamma o papà, stringere loro le mani e rimanere abbracciati. Non ignorate assolutamente questi fatti. (ecco...)
  • Abbracciateli spesso, e coccolateli. (ariecco...)
  • Leggete loro qualcosa, cantate, parlate e massaggiateli. Insomma, date loro molte attenzioni! (eh...)
  • Se sbagliano, non opprimeteli; date loro il tempo di aggiustare e rifare le cose da zero.
  • Non alzate mai la voce, nemmeno quando litigate. Usate un tono pacato e dolce. (già...)
  • Assicurate molto spesso la vostra vicinanza e confidenza. (eh...)
  • Enfatizzate l’importanza delle regole e dell’onestà.
  • Elogiateli e premiateli responsabilmente. (eh...)
  • Non sorprendetevi se staranno bene da soli, e si sentiranno molto insicuri se sospinti ad intraprendere attività esterne: sono pur sempre degli introversi.
  • Durante l’adolescenza, sentiranno la necessità di un loro spazio e di un’indipendenza più dei loro coetanei. Siate pronti a fornirglieli. (ecco...)
  • Se ci sarà qualcosa di nuovo nelle vostre case o nelle vostre vite, spiegate loro nei dettagli cos’è e come funzionerà.
  • Permettetegli di esprimersi a modo loro circa le loro emozioni e sensazioni.




INFJ (Sito 16Personalities)

Il tipo di personalità INFJ è molto raro, costituisce meno dell’uno per cento della popolazione, ma comunque lascia il segno nel mondo. Come Diplomatici (NF Intuizione e Sentimento), hanno un innato senso dell’idealismo e della moralità, ma ciò che li distingue è il tratto di Pianificatori (J Giudizio) che li accompagna – i tipi INFJ non sono sognatori folli, ma persone capaci di prendere misure concrete per realizzare i loro obiettivi ed avere un impatto positivo e duraturo. I tipi INFJ tendono a pensare che aiutare gli altri è il loro scopo nella vita, ma mentre le persone con questo tipo di personalità possono coinvolgersi in operazioni di salvataggio e opere di carità, la loro vera passione è quella di arrivare al cuore del problema in modo che le persone non abbiano bisogno di essere salvate.


Aiutami Ad Aiutarti

I tipi INFJ trovano facile connettersi agli altri, e hanno un talento per un linguaggio tenero e sensibile (ndr: torna il fatto che "non mi lascio andare"), parlando in termini umani, piuttosto che con la logica pura e i fatti. Ha senso che i loro amici e colleghi penseranno a loro come tranquilli tipi Estroversi, ma tutti farebbero bene a ricordare che gli INFJ hanno bisogno di tempo da soli per rilassarsi e ricaricarsi, e di non allarmarsi troppo quando improvvisamente si ritirano. I tipi INFJ si prendono cura dei sentimenti di altri, e si aspettano che il favore venga restituito – a volte questo significa dare loro lo spazio di cui hanno bisogno per un paio di giorni.


Vivi Per Combattere Un Altro Giorno


In realtà, però, è più importante per gli INFJ ricordare di prendersi cura di se stessi. La passione delle loro convinzioni è perfettamente capace di trasportarli oltre il loro limite di sopportazione, e se il loro zelo sfugge di mano, possono ritrovarsi esausti, malati e stressati. Questo diventa particolarmente evidente quando i tipi INFJ si trovano a combattere contro i conflitti e le critiche – la loro sensibilità li costringe a fare tutto il possibile per eludere tali attacchi apparentemente personali, ma quando le circostanze sono inevitabili, possono reagire in modi molto irrazionali e inutili. (ndr: e poi spesso gli altri ricorderanno solo questi momenti finali...)

Per i tipi INFJ, il mondo è un luogo pieno di iniquità – ma non dovrebbe essere così. Nessun altro tipo di personalità è più adatto a creare un movimento per raddrizzare un torto, non importa quanto grande o piccolo. I tipi INFJ devono solo ricordare che, mentre sono occupati a prendersi cura del mondo, hanno anche bisogno di prendersi cura di se stessi.



INFJ (Sito La Stessa Medaglia)

Gli INFJ sono sia creativi che responsabili, sia artistici che logici, sia spirituali che scientifici, sia intuitivi che analitici. Gli INFJ crescono sentendosi “diversi” dai loro pari, estraniati. Si sentono incompresi anche dalle persone piú grandi, che ignorano facilmente la loro introspezione e le loro osservazioni. In circostanze negative, l’INFJ può sentirsi molto isolato e rifiutato.
Crescono con piú saggezza della media dei loro coetanei. Alcuni si sentono anche piú saggi dei loro insegnanti o genitori. Possono assumere il ruolo di consiglieri per i loro amici e fratelli, o anche per i membri adulti della loro famiglia, ad un’età straordinariamente giovane.

Gli INFJ hanno fiducia nei loro giudizi e nelle loro “visioni”. Spesso hanno sogni o delle intuizioni che possono sembrare quasi premonitrici. Agli altri dopo un iniziale scetticismo possono sembrare profetici o con qualità psichiche, o quantomeno molto percettivi.
A causa dei grandi poteri dell’intuizione, molti INFJ si sentono alieni rispetto al mondo. Alcuni descrivono la loro impressione come un continuo deja vu, poiché la Ni (intuizione introversa) vede costantemente il futuro prima che avvenga. Altri hanno la sensazione di dissociazione dal loro corpo, come se si muovesse indipendentemente nello spazio mentre loro osservano. Non è raro interrogarsi sulla sanità mentale delle persone INFJ.

Gli INFJ vedono due persone in ciascuno. Notano la persona pubblica, ciò che appare esteriormente, che tutti vedono. Ma non si fermano qui. Le funzioni Se (sensazione estroversa) e Fe (sentimento estroverso) riescono ad assimilare tutti i sottili indizi non verbali che sono poi sintetizzati e interpretati dalla Ni (intuizione introversa). Questo fornisce una quantità di informazioni sul mondo interiore delle persone che è completamente ignoto agli altri tipi. A causa di questo, raramente gli INFJ si lasciano ingannare dalle menzogne. Vedono facilmente oltre le apparenze e comprendono le profonde motivazioni e intenzioni della gente, compresi eventuali problemi e disturbi dell’altro. Spesso, riescono a capire le altre persone meglio di quanto queste si auto-comprendano!

Gli INFJ sono riluttanti a credere alle opinioni condivise dalla maggioranza. Sono spesso gli ultimi a leggere un bestseller, sentendo che se gli altri pensano che sia un bel libro, allora probabilmente non lo è. Cadono piú facilmente di altri tipi nelle teorie del complotto (insieme agli INT).
Un errore comune quando si pensa agli INFJ è che essendo sentimentali non siano interessati ad ambiti intellettuali. Niente di piú falso. Anzi, molte delle persone piú interessate alla cultura e all’intelletto sono INFJ. Rivaleggiano con gli INT nel loro livello di apertura mentale e fame di sapere. Anzi, sotto alcuni aspetti, riescono persino a superare gli INT per l’interesse sia nella scienza che nella letteratura, nella prosa e nella poesia, nella narrativa e in ciò che non lo è.

Nonostante siano profondamente teoretici, sono meno impressionati dalle teorie costruite come un semplice assemblaggio di fatti o dati. Piú che orientati ai fatti, sono orientati alle connessioni e al conciliare gli opposti con la loro intuizione. Sentono che tutto è in qualche modo collegato a tutto il resto, formando una vasta rete di interconnessioni.
Piú di ogni altro tipo, gli INFJ sentono che molto del loro lavoro intellettuale è stato fatto da loro e per loro. Non sentono il bisogno di consultare fonti esterne quando si tratta di capire la verità. Non si affidano ad un metodo preesistente come farebbero altri tipi.

Il mondo interiore degli INFJ ricorda il mondo esteriore degli ENFP. È colorato, gioioso, allegro, pieno. Pensano ad immagini. La natura visiva della loro mente è dovuta alla loro creatività, ingenuità, e abilità di generare metafore. Quando altri tipi ragionano con parole o concetti, gli INFJ comprendono “vedendo”. La loro Ni (intuizione introversa) è un ponte tra il conscio e l’inconscio. E mentre il subconscio è pieno di immagini primitive, abbozzate, gli INFJ riescono a nuotare in un mare di sogni e immagini vivide. Ad esempio, una INFJ dice di risolvere problemi matematici immaginando i numeri in una sorta di rapporto interpersonale tra di loro.

Sono puristi e classicisti. Molti amano collezionare antiquariato, artefatti storici, libri antichi, arte rara, qualsiasi cosa soddisfi il loro gusto di ciò che sentono come puro o classico. Si sentono spesso affascinati da un preciso periodo storico, o un preciso genere di musica, o una piccolissima selezione di attori, scrittori. Preferiscono un classico che un nuovo bestseller.
Nonostante quanto detto fino ad ora, gli INFJ non sono particolarmente seriosi, puntigliosi, altezzosi. Amano passare del tempo con gli altri, ascoltare musica e guardare film. Ma piú di ogni altra cosa, amano fare una conversazione ricca di significato.

Molti INFJ hanno problemi con la depressione, che può essere collegata a vari fattori. Ad esempio si deprimono quando sentono che la loro ispirazione creativa li ha abbandonati. Oppure perché si sentono soli e non compresi. Oppure perché non sono soddisfatti dalla carriera o dalle relazioni. Possono sognare di avere una bellissima casa adornata con bellissimi manufatti ma avere un lavoro sottopagato.
Quando hanno bisogno di “pensare” a qualcosa, questo pensare è in gran parte inconscio, e ad un certo punto la risposta sembra provenire dal nulla.

Si preoccupano dei bisogni degli altri e di mantenere l’armonia nell’ambiente esterno. Si preoccupano molto di questioni umanitarie, sociali o morali, con particolare riguardo alla famiglia e gli amici piú intimi. Spesso sacrificano i propri bisogni per il bene altrui. Empatizzano molto con gli altri ricreando in se stesso lo stato emotivo altrui. Hanno piú difficoltà a comprendere le proprie emozioni (ndr: qualche anno fa...), poiché il sentimento è proiettato all’esterno. Hanno quindi spesso bisogno del supporto altrui quando sono emotivamente turbati.
Spesso non comprendono completamente che cosa gli dice l’intuizione finché non hanno l’opportunità di metterlo a parole. Potrebbero avere un’impressione, una sensazione viscerale, ma il contenuto dell’intuizione rimane nebuloso finché non è espresso tramite Fe (sentimento estroverso).

In vasti gruppi può apparire come molto caldo e assicurarsi dell’armonia. Molti INFJ hanno un gran senso dell’umorismo e possono essere molto divertenti. Sono grandi intrattenitori e narratori per il loro pensare ad immagini. Quando sono con gli amici intimi invece sono piú diretti con le loro emozioni. Si sentono anime in pena, lunatici, pessimisti, scontenti o senza riposo. Possono essere molto intensi nella loro comunicazione.
Spesso gli INFJ indulgono nel sentirsi vittime, perché la vita è ingiusta, tutto finisce male, ecc. (ndr: qualche anno fa...) Alcuni non riescono a mentire, poiché l’espressione autentica è il loro modo naturale di operare. Esprimersi tramite Fe (sentimento estroverso) è critico per la loro salute psicologica e fisica.

Anche se non serve ad una soluzione immediata, si sentono meglio dopo aver espresso i loro sentimenti, tramite parole o lacrime. È molto importante per i compagni o amici degli INFJ riconoscerlo. Gli INFJ spesso non si aspettano che gli altri risolvano i loro problemi, ma semplicemente che offrano supporto, empatia, rassicurazione. Senza questo, gli INFJ si sentono isolati e depressi, fuggendo nel loro mondo interiore e fantastico.

Un problema tipico è il conflitto tra ciò che pensano e l’armonia esterna. Ad esempio a scuola potrebbero ritenere falso o stupido ciò che dice l’insegnante o un compagno ma vogliono comunque mantenere una situazione armonica.
Il pensiero introverso, Ti, raffina i giudizi e aggiunge un elemento di scetticismo e logica che non appariva in gioventù. Gli INFJ cresciuti in famiglie religiose che interpretavano la loro saggezza in termini di fede potrebbero vederla in termini psicologici, per esempio. L’aspetto negativo di Ti (pensiero introverso) è che conduce spesso a dubitare di sé stessi. Potrebbe distruggere molte delle convinzioni generate dall’intuizione. D’altronde, la crescita personale non è mai facile, per nessun tipo psicologico.

Gli INFJ sono i piú perfezionisti tra i tipi psicologici. Per trasformare in azione un ideale della Ni (intuizione introversa), però, l’INFJ deve tradurlo utilizzando la sensazione estroversa, la sua funzione inferiore. Sfortunatamente, gli INFJ sentono che le loro visioni idealiste difficilmente possono funzionare nella rocciosa, fissa realtà. È difficile per gli INFJ accettare che questi ideali cosí forti e importanti non possono realizzarsi, e non si accontentano di niente di meno di quello che sentono essere giusto. Ciò che per altri può essere un parziale successo, per gli INFJ è un totale fallimento.

Per riconciliare gli ideali con l’accettare un risultato non esattamente perfetto, gli INFJ hanno due possibilità. La prima è di essere dei “produttori” di ideali senza essere coinvolti direttamente nella loro realizzazione. Questo soddisfa la Ni (intuizione introversa), ma non il desiderio del cambiamento esteriore. Chi lavorerà nell’educazione, la ricerca, l’amministrazione, la scrittura o l’arte, si abituerà a generare idee senza pensare immediatamente all’implementazione.

La seconda opzione è di lavorare attivamente nell’attuare i propri ideali provando ad accettare qualcosa di meno della perfezione. Questa opzione può soddisfare il desiderio della Se (sensazione estroversa) di un risultato tangibile ma è incredibilmente frustrante per l’idealismo della Ni (intuizione introversa). Inoltre ci sono altre questioni. Quand’è che un risultato è “abbastanza buono”?

Gli INFJ sono molto duri con sé stessi. Se non possono essere l’ideale che vogliono, allora perché aspettarselo dagli altri? E se i loro ideali non si realizzeranno mai, perché preoccuparsene? Se non mantengono la speranza nei loro ideali, gli INFJ possono sentire di non avere ragione di vivere. Per questo è molto importante per loro agire perfettamente.
L’alto grado di perfezionismo che si auto impongono combinato con una scarsa consapevolezza del proprio fisico rende gli INFJ spesso suscettibili di disturbi psicosomatici (spesso allo stomaco).

Hanno un rapporto di amore odio con le cose materiali. Amano essere circondati da ambienti bellissimi, affascinati da ciò che è elegante. Amano viaggiare, o l’opera o le sinfonie, o un piatto ricercato. Allo stesso tempo hanno un continuo bisogno di svalutare l’importanza delle “cose” nelle loro vite. Si sentono in dovere di badare a ciò che è piú “alto”. Criticano gli altri per il materialismo.

Il loro bisogno di essere anticonvenzionali può portarli a rifiutare il matrimonio e la famiglia poiché sono istituzioni socialmente costruite per le persone meno riflessive. Nei momenti di estrema debolezza possono essere catturati dall’inconscio e dalla sensazione estroversa. In questo caso possono cadere nella droga, l’alcol, il sesso, vacanze stravaganti, shopping compulsivo per soddisfare questa brama inconscia.

Uno dei maggiori problemi degli INFJ è che devono imparare ad apprezzare il momento presente per come arriva. Anziché continuare a interrogarsi e pianificare il futuro, devono capire come aspettare quello che succederà. Tramite un cambio di prospettiva impareranno ad apprezzare i piaceri semplici dell’esistenza che avevano ignorato e disprezzato in precedenza.
Agli inizi questa strada apparirà insipida, priva di significato. Si chiedono se cosí tutti i grandi sogni e piani saranno vani e se dovranno vivere un’esistenza ordinaria. Gli INFJ possono spendere interi anni per imparare a vivere sul momento prima di riuscire a farlo in modo maturo.


Fase 1 (adolescenza – 20 anni)

Danno velocemente giudizi e traggono conclusioni sul mondo. Sembrano particolarmente inflessibili.

Fase 2 (dai 20 anni in poi)

Iniziano ad incorporare anche la terza e la quarta funzione, il che gli dà una maggiore apertura mentale. I giudizi della Fe (sentimento estroverso) vengono temperati e rifiniti dalla logica Ti (pensiero introverso). Poi imparano a prendere la vita per come arriva, attenuando il loro bisogno di pianificare e controllare il futuro. Andando avanti con l’età appaiono piú aperti, flessibili e rilassati.


Possibile "monologo"


Mi piacciono i sogni, i sogni sulla vita: mi piace osservarli, viverli tutti, guardarli da varie prospettive. Il vero mondo è dentro la mia testa. L’immaginazione è il ponte verso il mondo – se puoi immaginare qualcosa, allora esiste. La difficoltà sta nel tenere a bada il mio mondo interiore abbastanza da vivere nell’altro, quello “reale”. Voglio dire, se ci pensi, non abbiamo prove che io, o tu, o chiunque altro esista veramente. Esiste qualcosa di realmente “vero” nel senso definitivo del termine? Oppure ciò che consideriamo la “Verità” non è che uno dei tanti modi di vedere, vivere le cose, senza una validità superiore a qualsiasi altra cosa? Cerco di non prendere nessuna definizione di “vero” troppo seriamente, perché perderei l’abilità di considerare anche il resto.

 


Attitudini

Scrittura, arte, eventi culturali, lettura, socializzazione in piccoli ambienti intimi, suonare e ascoltare musica.

Libraio, curatore, traduttore, editore, designer grafico, psicologo, counselor, assistente sociale, logopedista, fisioterapeuta, educatore alla salute, ingegnere biomedico.


  • Nei test di personalità i tratti emergenti sono: sincero, empatico, modesto, sottomesso, accomodante, riservato e paziente.
  • Il tipo piú raro tra gli uomini.
  • Tra i piú inclini a frequentare l’università.
  • Tra i piú inclini a rivolgersi ad un terapista per stress.
  • Il tipo piú insoddisfatto dal matrimonio.
  • I valori personali includono spiritualità, crescita e carità.
  • Trovato comunemente in carriere religiose, di insegnamento, nelle arti e nel counseling.

Gli INFJ da bambini sono...

  • Sono molto pensierosi e riservati.
  • Teneri, sorridenti, felici… a casa; fuori casa sono calmi e seri.
  • Passano moltissimo tempo nella loro mente… hanno una grandissima fantasia e immaginazione.
  • Sono estremamente sintonizzati sullo stato emotivo della famiglia: non litigate di fronte a loro.
  • Sono tranquilli, obbedienti, gentili, pazienti.
  • Sono talmente tanto assorbiti dalle loro menti da avere difficoltà nelle attività fisiche e sportive. Non mettete loro pressione.
  • Sono interessati alla musica e le storie fantastiche.
  • A scuola amano imparare, leggere, le storie, i miti; sono molto creativi.
  • Molto facilmente eccelleranno nella scrittura, la musica, il disegno o una qualche altra forma di espressione artistica.
  • Sono molto, molto testardi quando hanno in testa un’idea.
  • Evitano attività di gruppo in cui non conoscono molto bene ognuno dei partecipanti.
  • Hanno bisogno di tempo per stare da soli.
  • Hanno una marcata tendenza al perfezionismo e questo può dar loro difficoltà ad agire nel mondo.

Consigli per i genitori di figli INFJ

  • Abbiate presente il loro bisogno di tempo da soli per pensare, giocare, sognare.
  • Lasciategli la possibilità di guardare qualcosa prima di partecipare.
  • Parlate privatamente e pacificamente quando dovete discutere o correggere il loro comportamento. (ecco...)
  • Non alzate la voce; chiedete scusa in fretta se succede. (eh...)
  • Ascoltate le loro idee. (già...)
  • Fornite una grande varietà di materiale creativo che incoraggia l’esplorazione libera. (ecco...)
  • Date loro affetto e contatto fisico; esprimete il vostro amore in tanti piccoli modi, anche simbolici. (eh...)
  • Incoraggiateli ad esprimere i sentimenti a parole, o disegnando. (già...)
  • Ascoltate e riformulate i loro sentimenti per aiutarli a capire meglio; possibilmente conversazioni uno a uno, senza altri ascoltatori. (ecco...)
  • Aiutateli a vedere che la vita è positiva e divertente. (eh...)
  • Rispettate la loro privacy.
  • Coinvolgeteli nelle decisioni.
  • Non interrompeteli bruscamente se stanno parlando.
  • Non insistete troppo sul fatto che hanno la testa fra le nuvole; ci pensa già il resto del mondo a ripeterglielo in continuazione. Trovate piuttosto piccoli modi concreti per riportarli coi piedi per terra quando esagerano.

Senza un forte Fe (sentimento estroverso), l’INFJ può trovare se stesso sempre piú isolato e sentirsi amareggiato, duro e carico di risentimento verso il mondo esterno per l’incapacità altrui di comprendere e apprezzare i suoi talenti. Sarà estremamente e dolorosamente consapevole dei suoi difetti e dei suoi pregi, inclusa l’incapacità di comunicare le proprie idee in modo efficace agli altri per facilitare la comprensione reciproca e l’approvazione di cui ha bisogno. Si sente senza direzione e senza scopo, pieno di immense visioni e obiettivi ideali ma incapace di convincere chiunque dei suoi meriti.

L’altra faccia della medaglia di Fe (sentimento estroverso) è che dipende dal giudizio degli altri a cui ci si sente emozionalmente connessi. Il senso dei principi personali arriva dunque da Ti (pensiero introverso): quando tutto il resto fallisce e non si può ricavare una conclusione significativa con Ni/Fe (intuizione introversa e sentimento estroverso), l’INFJ tornerà dentro se stesso e ascolterà ciò che la sua coscienza gli dice essere intrinsecamente coerente, giusto, razionale. Questa scelta fornisce un senso di conclusione definita e completa all’INFJ. Si ritorna agli assiomi base di ciò che sappiamo per certo: Penso, dunque sono. Quando la morale attorno a noi è diventata troppo contorta o compromessa per essere degna di fiducia, Ti lavora per fornire una logica personale che può essere applicata indipendentemente dai contesti.

Ci dà qualcosa che possiamo sapere “di sicuro” perché sembra intrinsecamente corretto e coerente di per sé.

Quando l’INFJ viene sommerso da troppe possibili interpretazioni di un problema, o non riesce a trovare nelle persone attorno a lui una guida valida, passa a Ti (pensiero introverso) per decidere cosa è in ultima istanza ragionevole e importante per lui. Da questo deriva convinzioni personali e trova un modo di fare giudizi privati, senza sentire che sta negando l’opinione vitale della sua comunità e bloccandosi ad una interpretazione limitata.

Il loop in cui Ti (pensiero introverso) prende il sopravvento su Fe (sentimento estroverso) è brutalmente antisociale e rende totalmente incapaci su come relazionarsi al resto dell’umanità. Diventa una “voragine molto profonda in cui è facile perdersi e da cui non si torna piú indietro“.

Ci sono conseguenze anche peggiori: l’INFJ potrebbe mostrare pochi segni esteriori di emozioni ed essere visto come disinteressato, antipatico, egoista e pretenzioso. Ti (pensiero introverso) suggerisce processi logici per trattare con i problemi, ma non c’è una fonte di dati oggettivi per fermare la Ni (intuizione introversa) dal fare centinaia di assunzioni diverse e mandare in cortocircuito la fiducia in tutto il proprio processo cognitivo.





Ecco, quindi, sono ISFJ o INFJ ?
Non l'ho ancora capito...

Non so se dipenda dai test, o da me, e in tal caso, da come sono cresciuta, dalle esperienze negative da adulta, o da cos'altro?

Boh... 

Ancora non l'ho capito... 


E voi, avete provato i vari test? 
Che tipo siete?