martedì 28 novembre 2017

Mi Merito il Meglio (Lucia Giovannini)

Lucia Giovannini ha un Doctorate in Psychology e Counselling, un Bachelor in PsychoAntropology ed è membro dell’American Psychological Association.
E' Master Trainer di Firewalking, Trainer di Programmazione Neuro-Linguistica e Neuro-Semantica (ISNS Usa), Coach certificata (ACMC Usa), Master Trainer di Breathwork, ed è la coordinatrice europea del Movimento del Labirinto Veriditas.
E' l‘insegnante degli insegnanti del metodo Louise Hay per Italia, la Svizzera italiana, la Thailandia e Singapore ed è stata spesso definita dai media “la Louise Hay italiana”.
E' co-fondatrice di BlessYou!, e co-direttrice della scuola di PNL, e Coaching LUCE® Libera Università di Crescita Evolutiva e dell’Istituto di Neuro-Semantica.
Nel suo lavoro si innesca una particolare sinergia tra tecniche di psicologia tradizionale, pratiche motivazionali e antichi rituali, rendendo i suoi seminari qualcosa di unico ed originale.
Vive alcuni mesi all'anno nel sud est asiatico, tra Thailandia, Singapore e Bali col marito Nicola e il cane Caligola.
Da circa 20 anni tiene corsi e conferenze, per privati ed aziende, in tutta Europa e in Asia e nel 2008 ha fondato il metodo Tutta un’altra vita®. 



Ho letto questo libro quest'estate, ma ne parlo solo ora, purtroppo, perchè tra le varie peripezie di quest'estate e vari altri problemi di quest'ultimo periodo, non trovavo mai un momento "giusto" per dedicargli il tempo che merita!

E' un libro che mi ha aiutata molto, in un periodo davvero particolare...
Un libro che ha indirizzato in modo ancora più proattivo il cambiamento che già stava avvenendo in me da qualche mese... 

Dunque, inizia parlando di felicità, o meglio, di serenità, che è molto molto meglio della felicità, riprendendo anche gli studi fatti da Martin Seligman, e puntualizzando giustamente che questo libro si focalizza sull'essere la miglior versione di sè stessi, e non essere in competizione con altri, anche perchè un confronto tra "noi oggi" e "noi ieri" ci porta proattivamente a voler fare di più, ad essere più vitali, e quindi più felici, mentre qualsiasi confronto con gli altri ci porta a  competizione, aggressività, prepotenza e prevaricazione, e ci allontana dalla felicità.

Spiega quindi come è nato questo libro (un modo molto particolare), come è strutturato, e perchè è formato da 40 "lezioni".

Inizia quindi a parlare del virus dell'affluenza, chiedendo cosa dà significato alla nostra vita, e se abbiamo contratto appunto il virus dell'affluenza (voglia di potere e possesso solo per avere approvazioni dagli altri, e quindi solo per l'apparenza), che porta a stress, depressione, ansia, insoddisfazione, assuefazione a varie cose, e disturbi della personalità. Quindi a non essere più se stessi.

Chiede se siamo pronti ad essere felici, evolvendoci, ritrovando noi stessi, senza rimandare a un momento imprecisato che riteniamo più opportuno, quindi ribaltando il paradigma "Avere-Fare-Essere" (tipico del virus dell'affluenza), in un paradigma molto più utile e funzionale, e cioè "Essere-Fare-Avere".

Chiede se stiamo dalla parte degli effetti o delle cause, e spiega come passare dalla parte delle cause con proattività, responsabilità, e con osservazione.

Parla di film mentali, del potere delle parole, dei significati che diamo alle esperienze, di impegni cognitivi prematuri (condizionamenti) che a volte spingono a scelte che non si vogliono davvero, fino ad arrivare a parlare di addomesticamento umano (Abraham Maslow), di ego, ego sottosviluppato ed ego sano, e parla quindi di autostima (stabile e incondizionata) e autoefficacia (variabile e condizionata).

Inizia quindi a parlare di zona di comfort, funzionale in certi casi, ma disfunzionale in molti altri, di zona di discomfort e di zona di libertà, arrivando alla zona d'ombra, che consiglia di smettere di rifuggire e invece riconoscerla.

Insegna a dare nomi ai nostri "fantasmi", come se fossero dei draghi (il mio si chiama Timidoso, ed è un timido drago pauroso), in modo di abbracciare le nostre "crepe", e spiega la differenza tra eccellenza e perfezione.

Consiglia di prendersi tempo per cogliere doni e risorse che il nostro drago nasconde, perchè quando si resiste ad un proprio drago ci si contrae.

Consiglia di capire per bene le emozioni che proviamo, anche quelle negative, con accettazione (che fa evolvere) invece che con rassegnazione (che porta solo tolleranza).

Insegna che è importante imparare a cadere, accettando i feedback per migliorarsi, e usando la resilienza, con le sue fasi: incontro con l'ostacolo, esperienza di perdita, processo di confronto con noi stessi, riemersione.

Ci consiglia di chiederci chi siamo senza le nostre convinzioni limitanti, chiedendoci se quel che pensiamo è sempre vero, quanto ci costa, quali vantaggi ha portato finora, e in quali altri modi possiamo mantenere questi vantaggi.

Spiega che siamo animali sociali, che l'inferno o il paradiso sono nella nostra testa, e le relazioni sono una via verso l'evoluzione, e ci permettono di sviluppare consapevolezza, gentilezza, compassione, perdono, rispetto e pazienza.

Dice che è importante ritirare le proiezioni della nostra parte ombra proiettate sugli altri, perchè spesso giudichiamo negli altri ciò che noi per primi facciamo fatica ad accettare.

Chiede se preferiamo avere ragione o essere felici, perchè tentare di tenere sotto controllo le azioni degli altri è una strada sicura per l'infelicità, in quanto la mappa non è il territorio.

Parla poi di empatia, di imparare ad ascoltare, di riconoscere le emozioni (proprie ed altrui), di cambiare il significato che si dà a un attacco altrui, dà la ricetta dell'ininsultabilità in 4 punti, e parla della differenza tra persona e comportamento.

Dice che anche quando non scegliamo una risposta, in realtà stiamo scegliendo, e poi potrebbe essere troppo tardi, e quindi parla dell'importanza di imparare a comunicare, imparare a chiedere, scoprire le alternative possibili che vadano bene ad entrambi, e quindi gestire i conflitti senza chiusura emotiva, insulti, sarcasmo, giudizio e condanna, arrivando a parlare di disarmo interiore, sviluppare la compassione sotterrare l'ascia di guerra e non i problemi.

Parla dell'importanza di ritrovare il significato, saper attendere e lasciar andare, quindi non pre-occuparci, vivere il presente pienamente, credere fermamente di meritare di essere felici, fidarsi che tutto avviene per il nostro bene.

Dice che il primo passo per essere felici è accettare i problemi e le emozioni dolorose.

Dice anche che la sensazione di scarsità crea senso di sfiducia, ma non c'è scarsità di risorse: sono solo maldistribuite.

Arriva a parlare di spiritualità, cioè la sensazione di essere connessi a qualcosa di più alto e grande di noi, che porta gioia e pace.

Parla di crescita, che è evoluzione, al contrario del "tutto e subito" che invece è rivoluzione, tumulto, agitazione e distruzione.

La crescita e il cambiamento richiedono tempo e costanza, consiglia quindi di liberarsi dalla trappola dei troppi impegni, seguire le scelte ottime e gli obiettivi eccellenti, imparare a dire di no, e arriva a parlare dell'importanza di un sabbath per la felicità.

Dice che da vari studi si è arrivati a capire che il raggiungimento della felicità e la realizzazione della propria personalità sono una cosa sola, e quindi chiede quali sono i nostri talenti (e in questo punto riconosco il video di cui parlavo in questo post del libro "Tutta un'altra vita").

Parla di cambiamento intenzionale, di felicità, del significato della vita, dell'importanza di  aiutare qualcuno per essere felici, e del fatto che spesso ci si evolve seguendo qualcuno che ci mostri la via, ma sempre impegnandoci in prima persona, mettendo in pratica in prima persona, e non solo imparando nozioni.

Ecco, ci ho messo parecchio tempo a scrivere di questo libro, ma assolutamente non perchè non mi sia piaciuto, anzi!
Ci ho messo del tempo perchè ho dovuto anch'io far passare il giusto tempo per poterne scrivere in maniera consona, come merita.

E' un libro che leggerlo è stato come un lungo abbraccio.

Un libro che ora, per riassumervelo, ho praticamente riletto, e me lo sono rigoduto nuovamente, forse anche più di quest'estate!

Bello bello bello e consigliatissimo!!!
 

martedì 14 novembre 2017

Istruzioni di sano egoismo (Umberto Longoni)

Umberto Longoni, psicologo, sociologo e scrittore, docente della SIMP (Società Italiana Medicina Psicosomatica), è uno dei più noti psicologi italiani del "Mental Training", consulente di atleti internazionali. Collabora alle più diffuse riviste femminili come autore di test, rubriche e articoli.
Ha pubblicato libri e manuali soprattutto a carattere psicologico-divulgativo.
È stato tra i vincitori del 43° Premio H.C. Andersen (2010).



Questo libro non mi ha entusiasmata, anzi, l'ho trovato troppo pieno di quel tipo di test che non amo per niente...

Però ogni tanto, test a parte, nelle spiegazioni trovavo una frase qua e là che mi "ispirava"...

Quindi, tenendo conto di una citazione che si trova a pagina 133 e che dice così "Non sono mai uguali le parole. Spesso soltanto una, sebbene simile a tante già ascoltate, possiede la giusta chiave che sa aprire e mutare il cuore. Il cambiamento obbedisce a una formula magica dall'inesplicabile senso", ecco che appunto, tenendo conto di questa citazione, ho deciso di parlarne lo stesso, perchè magari può tornare utile a qualcuno che sappia apprezzarlo di più.

Quindi, posso dirvi che in questo libro, nella prima parte (che prende buona parte del libro, e dove sono concentrati tutti i test) si parla di colori, di bruchi e farfalle, di serenità, di paura di essere felici, di alberi, di rondini e gabbiani, di avarizia sentimentale, di fuoco, di gamberi e uccelli migratori, di presente, passato e futuro, di fiumi, di valore della nostra unicità, di spettatori e protagonisti, di stelle, di galline e calabroni, di sogni, di mele mature, di fiocchi di neve e di noia.

Nella seconda parte passa a parlare di tre mosse per volerci bene, quindi dare ali all'autostima (liberandoci dall'incantesimo, valutandoci meglio, apprezzando le nostre ali e il nostro colore, e distinguendo il ruolo dalla persona), amare i nostri difetti (non pretendendo di essere perfetti, diventando un po' cicale, considerando i difetti come risorse e guardandoci con occhi diversi) e concederci sempre una possibilità (modificando i nostri punti di vista e puntando sul fascino della normalità, cogliendo ogni bella opportunità, colpendo e lasciando il segno con la tecnica Attenzione-Interesse-Desiderio-Azione, e assumendoci la responsabilità delle scelte). 

Conclude chiedendoci se non siamo per caso il ragno intrappolato nella nostra ragnatela, parlando di cambiamento, di prepararsi alle resistenze altrui al nostro cambiamento, e come riconoscere il sano egoista.

Confermo quanto detto all'inizio, e cioè che non mi ha entusiasmata come invece gli altri libri, ma ogni tanto ho trovato qualche frase che mi ha "ispirata", quindi, per chi volesse provare a leggerlo, può valerne la pena.