mercoledì 27 giugno 2018

Come sarebbe avere un libretto d'istruzioni da poter far leggere a chi interagisce con noi?

Dunque, a metà giugno ero a un corso di formazione residenziale su PNL (etica), Neurosemantica e Coaching, come dicevo tempo fa... ad un certo punto, in un momento dedicato alle domande, una partecipante ha chiesto come può spiegare a suo figlio di 7 anni, se non ricordo male, cosa sta studiando a quel corso.
Le è stato risposto che può rispondere che quando compriamo qualsiasi elettrodomestico o qualcosa di elettronico, troviamo in allegato anche il libretto di istruzioni, mentre quando nasciamo, noi non lo abbiamo con noi... ecco, le è stato consigliato di dire al figlio che è lì al corso perchè man mano le verrà dato il libretto di istruzioni di come funzioniamo.

Alchè io, da Hsp, mi sono messa a pensare che ok, ma noi Hsp funzioniamo in modo ancora diverso, e che quindi ci servirebbe un ulteriore libretto di istruzioni...

Lungi da me essere in grado di poter "creare" questo libretto di istruzioni, ma mi sono detta che "basterebbe" che chi ci sta intorno si leggesse qualche libro sull'ipersensibilità, e lì in quei libri, se letti con la mente aperta (aperta al fatto di poter pensare di aver agito nel modo sbagliato, anche solo per mancanza di queste informazioni, invece che continuare ad insistere di aver agito nel modo giusto, facendoci sentire sbagliati), troverebbe molti spunti da cui partire per magari trattarci "meglio" (io per esempio sono arrivata al punto, dopo un'infanzia che definisco "piatta" dal punto di vista emozionale, di essere stata minacciata pesantemente, da adulta, dai miei genitori appena ho detto un "no", e poi in seguito, sempre da loro, mi sono sentita dire che infondo per loro non conto quasi nulla), ma nei libri troverebbero anche degli spunti per capire perchè a volte agiamo come agiamo...

Ecco, quindi mi sono messa a pensare a quali libri consiglierei per esempio ai miei genitori, per capirmi, ma possono essere utili anche per altri gradi di parentela, o anche tra amici e conoscenti, e ne sono usciti questi:




Libro che ho letto in questo periodo e che mi è piaciuto moltissimo (ora sono un po' impegnata tra studio, figli, viaggi e spostamenti vari, ma appena riesco ne faccio una recensione, perchè merita! Davvero!)
A chi ha figli ipersensibili può essere utile per capirli.
A chi è ipersensibile può essere utile per rivivere la propria infanzia cercando di vederla sotto altri punti di vista.
A chi ha a che fare con adulti ipersensibili può essere utile per capire da dove derivano certi comportamenti che magari a volte infastidiscono...

I bambini sensibili hanno una marcia in più - di Rolf Sellin
Libro che sto leggendo in questo periodo e che promette molto bene!

Mi dicevano che ero troppo sensibile - di Federica Bosco
Altro libro che sto leggendo in questo periodo e che promette altrettanto bene. Parte dall'infanzia, e poi se non ho capito male dove arriverà, arriva anche a parlare di adulti.

Il potere nascosto degli ipersensibili - di Christel Petitcollin
Libro che l'anno scorso mi ha fatta singhiozzare, sentendomi pienamente capita da una persona che nemmeno sa della mia esistenza!
Ne avevo parlato qui https://ipersensibilieintroversi.blogspot.com/2017/05/il-potere-nascosto-degli-ipersensibili.html

Le persone sensibili hanno una marcia in più - di Rolf Sellin
Classico e intramontabile, da cui molti ipersensibili adulti partono alla riscoperta di se stessi, e che li fa sentire finalmente capiti!
Ne avevo parlato qui https://ipersensibilieintroversi.blogspot.com/2017/05/le-persone-sensibili-hanno-una-marcia.html

Le persone sensibili sanno dire no - di Rolf Sellin
Libro che ho lì da leggere, e che rimando e rimando (avendo imparato tramite altre vie a dire di no), ma che prima o poi leggerò sicuramente, perchè ci saranno altri spunti nuovi che possono sicuramente servire.
E a chi ha a che fare con noi ipersensibili credo possa servire per capire i momenti in cui non piaciamo molto, i momenti in cui mettiamo dei paletti agli altri, dopo una vita a dire sì sempre agli altri e a dire no a noi stessi!

Questi 6 libri insieme, secondo me, possono essere una buona risposta ad un libretto di istruzioni sull'HSP.

Quindi, a chi serve, e a chi vuole (con la mente aperta), buona lettura! :-) 

lunedì 4 giugno 2018

Work in progress



E' da un po' che sto pensando di scrivere questo post, e ora eccomi qui: vorrei spiegare il perchè di questa scelta di diventare Coach a 40 e passa anni... (Corporate-Executive & Life Coach? Business & Life Coach? Vedremo come denominarlo...)

Iniziamo col dire che in passato, dopo essermi diplomata Analista Contabile, dai 19 ai 30 anni sono passata da 4 posti lavorativi.

Nel primo, a 19 anni, amministrazione di una concessionaria auto, in cui facevo contabilità acquisiti e banche, inizialmente andava tutto bene. Eravamo 3 ragazze, di cui io la più piccola e inesperta, ma con tanta voglia di imparare. Poi dopo un annetto ho, a conti fatti, iniziato a subire quello che si potrebbe definire mobbing, dalla persona che dovevo sostituire in teoria a tempo indeterminato dopo la terza gravidanza, ma che poi invece è rientrata, facendomi letteralmente passare la voglia di lavorare lì. Per esempio, non potevo tenere la tapparella su, nemmeno in pieno giorno, perchè diceva che dal palazzo vicino guardavano dentro (e che guardassero...!). Altro esempio, dopo avermi tolto molti dei miei compiti per riprenderseli, mi ha detto di aiutare la centralinista, e se per esempio avevo da ritirare dei documenti già pronti in banca non mi veniva dato l'ok ad andare ora, ma tra mezzora invece, quando aveva iniziato a scendere una pioggia fitta fitta (non avevo l'auto, quindi sapevano che andavo a piedi), e mi veniva ordinato, urlando, di andarci, immediatamente... ricordo ancora i piedi zuppi d'acqua, con i sandali, che scivolavo tra piede e suola, per strada... e la rabbia che saliva...

Nel secondo, a 22 anni, uno studio commercialista, dove ero il jolly per l'ufficio paghe e anche per l'ufficio contabilità (e al bisogno venivo portata anche nelle case di conoscenti dei capi per cercare di sistemare i loro pc), il clima era migliore, almeno tra colleghe (con un paio ho mantenuto contatti anche per altri 10-12 anni, dopo essermene andata), ma anche con qualche capo non era male nella maggior parte dei casi, ma c'era comunque qualcuno che non teneva conto delle differenze caratteriali  e dei bisogni primari altrui, come per esempio lo stop mentale di almeno un'ora durante la pausa pranzo. Praticamente, sposandomi, a 24 anni, ero andata a vivere dall'altra parte della città, finchè lavoravo ancora in questo posto che invece prima di sposarmi mi risultava vicino a casa. Qui non c'erano molti parcheggi, e quei pochi erano con disco orario. Quindi andavo e tornavo in autobus. Un'ora piena piena all'andata e un'ora piena piena al ritorno, pur essendo sia la mia abitazione, sia il lavoro, all'interno del Comune di Verona, e non in periferia. Quindi ho chiesto, come faceva anche un'altra collega da anni ormai, di accorciare la pausa pranzo da 2 ore a 1 ora, e di uscire un'ora prima. Hanno dato l'ok, ma fin da subito uno dei 2 capi, quando mi vedeva lì in ufficio in pausa pranzo a mangiare un panino e a leggere un libro (l'altra era estroversa e usciva), mi diceva di fargli dei lavori che gli servivano per il suo hobby di fotografia (tipo organizzargli mostre, mandare inviti, ecc... cosa che capitava normalmente anche in orario di lavoro già da prima, ma ora riteneva giusto farmeli fare nell'ora di pausa pranzo, forse per "compensare" il fatto di avermi concesso di ridurla). Dopo qualche volta mi sono opposta, dicendo che avrei fatto il tutto appena ricominciavo dopo la pausa pranzo, e mi sono sentita minacciare sia da lui, sia dall'altro capo (quello "buono"), che "o così o si ritornava con i vecchi orari"... praticamente per poter uscire un'ora prima dovevo accettare che se volevano, dovevo lavorare 9 ore filate senza staccare... il tutto per circa 4,50 euro netti all'ora, con pausa pranzo non pagata nemmeno se lavorata... quindi 9 ore lavorative filate per circa 36 euro al giorno... praticamente 4 euro all'ora... se pensate che le colf con i voucher prendono netti 7,50 euro all'ora (cifra a cui non sono mai arrivata nemmeno all'ultimo lavoro fatto, in quanto sono arrivata al massimo a 6,50 euro all'ora a 30 anni come impiegata amministrativa contabile)...
Hanno iniziato a venirmi cistiti dolorosissime a raffica... ho fatto antibiogramma e tutto quel che serviva, ma non ne uscivano spiegazioni scientifiche... era solo ansia e rabbia che mi stavano facendo star male...

Nel terzo, a 25 anni, una ditta di commercializzazione e assistenza software di contabilità per ditte e commercialisti, dove facevo l'assistente telefonica, il clima tra colleghi era forse meno affiatato, anche se la parvenza era diversa (eravamo circa metà diplomati e metà laureati/giovani commercialisti. La metà che aveva la laurea aveva partita iva, e, non tutti, ma la maggioranza veniva più o meno quando voleva, e quando c'era, spesso non amava rispondere al telefono, pur essendo anche loro assistenti telefonici, e lasciava le "patate bollenti" a noi, semplici diplomati, che spesso non avevamo davvero nemmeno tutte le loro conoscenze, con le quali magari avrebbero risolto il problema in molto meno tempo e meno sfuriate da parte dei clienti, commercialisti), ma la comprensione almeno dall'alto delle differenze altrui era maggiore, almeno finchè c'era il "vecchio capo" (di cui ho anche un ricordo particolare: quando mi ha chiamata per dirmi che avevo passato i 2 colloqui che mi aveva fatto, ha anche aggiunto che non serviva avvisare il mio attuale capo, quello con l'hobby della fotografia, che tanto era un suo conoscente, e quindi un paio di minuti prima l'aveva già chiamato lui per dirgli che doveva trovarsi una sostituta per me)... Quando poi è morto improvvisamente, e il figlio ha accellerato la vendita ad una ditta più grossa, non hanno più accettato di dare il part-time alle neomamme (cosa che invece l'ex-capo faceva, dicendo che sapeva che anche se riduceva da 8 a 4 le ore, le neomamme rendono comunque almeno per 6 ore in quelle 4), mentre la nuova ditta acquirente lo dava solo a chi apriva partita iva, cosa che all'epoca non mi sentivo di fare... e comunque, a conti fatti, non sarebbe stato il mio lavoro ideale... tutto il giorno al telefono con commercialisti con problemi, e arrabbiati... non mi veniva voglia di aprire partita iva, avere un sacco di spese fisse (all'epoca non esistevano i forfettari), per fare questo lavoro...

Nel quarto posto di lavoro, a 28 anni, ditta di vendita di camion, impiegata contabile part-time, è stato tutto un po' "distaccato" durante il primo anno (anche se fin da subito ho fatto vedere che il mio impegno era totale, andando a lavorare anche col "collarino" dovuto al colpo di frusta causato da un incidente in itinere finchè andavo al lavoro, dopo appena 2 mesi), "distaccato" a tal punto che dovevo capire da sola di avere nuovi compiti che prima erano di altri, perchè non mi veniva detto nulla, tipo, mi era stato detto che le fatture di vendita le seguiva un'altra persona, e io dovevo seguire le fatture di acquisto e le banche. Un bel giorno, di punto in bianco, le fatture di vendita passano a me, implicitamente, senza avermi detto nulla che l'altro non le seguiva più. Se avevo bisogno di aiuto per capire alcune cose, se chiedevo a questa persona mi diceva di chiedere al capo. Il capo (un estroverso che adorava stare solo con le impiegate estroverse... io ero arrivata lì perchè avevo inviato un CV spontaneo, e lui ha visto che conosceva il mio capufficio dell'altro lavoro, e ha chiesto info... ma l'altro capufficio era un introverso... quindi mi vedeva in modo diverso da come mi vedeva poi il nuovo capo) non c'era quasi mai. Lasciavo dei post-it dicendo che avevo bisogno di parlare di lavoro per chiedere delle cose, ma venivo ignorata ogni volta. Poi il secondo anno, dopo che sono dovuta stare all'improvviso 4 giorni in ospedale con mio figlio per una broncopolmonite, si è instaurato un clima di "lotta passivo aggressiva" (pensate che, per esempio, io registravo le fatture di acquisto, come dicevo, e loro per esempio compravano tot pandori, decurtati di una unità rispetto a quanti eravamo, in quanto a me non lo davano, ben sapendo che poi la fattura l'avrei registrata io e avrei visto che deliberatamente mi avevano decurtata dal conteggio), sfociato poi, questo secondo anno, in un licenziamento in tronco ("ad nutum", quindi senza causa) il giorno stesso che ho detto di essere incinta del secondo figlio, comunicato proprio a inizio inizio gravidanza, esasperata dal fatto che il capo, per aver sbagliato UNA registrazione contabile mi aveva detto "Farò in modo che ti dimetta!".

Ovviamente ho fatto causa: la mia Prof.ssa di diritto alle superiori ci aveva raccontato di aver subito una situazione simile quando era giovane, e si era difesa da sola in tribunale, e l'aveva vinta... ho contattato lei, ovviamente!

Ecco, queste sono state le mie esperienze lavorative...dai 19 ai 30 anni...

Ah, no, è vero, ce n'è stato un quinto di lavoro, a  quasi 37 anni, in una piccola azienda florovivaistica, come impiegata amministrativa-contabile part-time per acquisti, vendite e banche, ma anche riorganizzazione totale del magazzino a livello pc (ho calcolato che ci sarebbero voluti almeno 2 mesi, ma lo volevano in un paio di settimane), e volevano anche preventivista, volendo che mi specializzassi nel giro di qualche giorno nel campo florovivaistico (pur sapendo dal colloquio che io ho il pollice nero come la pece, a parte per le portulache che praticamente crescono da sole... ma la nipote, che passava il tempo in ufficio a fingere di lavorare, e invece chattava con lo smatphone, non voleva più farlo...), in modo da farmi gestire completamente anche i preventivi e relative fatturazioni (tutto in 4 ore al giorno), iniziato col mobbing (passivo aggressivo, fatto di silenzi assoluti, imputati poi da loro tutti a me, dicendomi che non parlavo mai, sfociato poi in urli da parte loro, in cui mi è stato urlato che secondo loro sono troppo lenta nel lavoro, non avendo portato già a termine tutto quello che volevano che facessi) già dal primo giorno, fattomi da 2 donne, nipote e moglie del capo che mi aveva fatto il colloquio (ricordo ancora, appena sono arrivata la prima mattina, scendendo nello scantinato dove c'era l'ufficio, la moglie che, credendo non la vedessi, guardando verso la nipote, ha fatto "no" con la testa, senza mai nemmeno aver scambiato una parola con me prima di quel momento)... lavoro durato 3 settimane, che poi ho lasciato, per la mia sanità mentale!

Dunque, queste sono state le mie esperienze lavorative come impiegata amministrativa-contabile.
Lavoro consigliatomi dai miei quando dovevo scegliere che scuola frequentare (io invece sotto sotto sognavo di frequentare il liceo artistico).
Lavoro, l'impiegata amministrativa contabile, che a conti fatti non fa per me.
Non che non sia portata per organizzare, anzi, mi viene piuttosto bene, ma vedendo come vengono trattate spesso le impiegate (introverse) non fa per me.

Io sono una persona emotiva, nel senso che parlare delle mie emozioni non mi dà assolutamente fastidio, perchè le sento ovviamente parte totalmente integrante della vita.

Mi piace tantissimo capire gli altri. Spessissimo capisco cosa pensano e provano anche solo guardandoli per qualche minuto.

Spesso non riesco a non intervenire se qualcuno dice o fa qualcosa che vedo fa male a me o a qualcun'altro, e questo non piace molto: mi definiscono troppo diretta, ma direi che è solo perchè non amano molto sentirsi dire che fanno male, pensando ognuno di essere persone perbene, ma se fanno male, fanno male!

Nel mio piccolo cerco di spronare le persone a dare il meglio di sè, da sempre, e infatti mio figlio 13enne qualche settimana fa ha finalmente notato che mamma-coach lo sono da sempre... da molto prima ancora di aver deciso di diventare Coach!

Però per molti questo mio modo di essere, questo vedere le emozioni come parte ovviamente integrante della quotidianità, molti lo reputano sbagliato. 

Ricordate che dicevo che erano arrivati a farmi sentire sbagliata? Ecco...

E tutt'ora la situazione non è molto cambiata... da parte loro ovviamente... anche se ho tentato di renderli partecipi di quel che voglio fare (spiegandomi e regalando libri), sperando di apparire meno "strana" ai loro occhi... ma non ha funzionato... infatti qualche settimana fa una di queste persone mi ha detto che per lei gli psicologi sono tutti pazzi (testuali parole)... non che io abbia mai detto che diventerò psicologa, ma sicuramente un coach si avvicina più ad uno psicologo, piuttosto che ad un cuoco...

Qualche anno fa avrei personalizzato, mi sarei incavolata come una biscia e ci sarei stata male per settimane, ma ora no... anzi, quella frase mi ha fatto capire sempre più di essere sulla strada che voglio davvero!

Molte persone vedono chi è diverso da sè come sbagliato, nella vita privata e nella vita lavorativa... il posto in cui passano più tempo le persone è il lavoro... io vorrei lavorare direttamente sui team delle aziende della mia città, in modo da portare la metodologia 4Colors nelle aziende, fatte ovviamente di persone, che se riuscissero a capirsi meglio tra di loro, lavorerebbero meglio, con più entusiasmo e armonia, e sarebbero più produttivi (perchè, diciamocelo, quando si sta male nel posto di lavoro si intensificano le pause caffè, le pause wc, i momenti di "testa persa", fino ad arrivare ai giorni di malattia...), e poi comunque quello che imparerebbero lo potrebbero poi portare fuori dall'azienda, parlandone con parenti e amici... così da, speriamo, pian piano, far capire a più persone possibile che diverso non significa sbagliato (certo, capisco che trovarsi a lavorare con persone introverse può sembrare a volte difficile per gli estroversi, ma siamo molto meglio di quel che si pensa)... e che a volte un'espressione tipo "tutti pazzi" (molto pervasiva, in quanto non è possibile dire che TUTTI sono così, anche se ha avuto esperienze negative con qualcuno di loro) può far male se una persona non si è nel frattempo corazzata l'autostima, e se non ha ben chiaro l'obiettivo verso cui è diretta!

Io per fortuna ora so bene il mio obiettivo... mi si è pian piano delineato, pezzetto dopo pezzetto, in quest'ultimo anno... come se un qualcosa pian piano, giorno dopo giorno, mi dicesse cosa va fatto... 

E infatti nella mappa della visione fatta nel WE appena trascorso al Corso TUAV a Imola ne è uscito questo:




Comunque, volevo anche scrivere per avvisare che in giugno e luglio credo scriverò poco.
Sarò a dei corsi residenziali sia a metà giugno sia ad inizio luglio (LUCE).
Poi abbiamo in programma un viaggetto come famiglia.
Insomma, credo che il tempo per stare al pc a scrivere sarà poco...

Anche perchè mi sto dedicando sempre più a libri su negoziazione, coaching, coaching in azienda, teambuilding, (più di una cinquantina in elenco finora...) e quindi libri su tematiche non propriamente inerenti questo blog...

Non che questo blog non mi interessi più, anzi!
Questo blog è stato il posto dove sono riuscita a capirmi... infatti qualche anno fa, una mia amica psicologa e psicoterapeuta, mamma di un bimbo che andava nella scuola elementare dei miei figli, "Scrivi!" me lo diceva ogni volta che mi sentiva abbattuta...
Qui, scrivendo, ho iniziato a guardarmi davvero intorno, e a vedere che ci sono persone, simili a me, che non vengono definite pazze o sbagliate per come sono, e che anzi, ne hanno fatto un lavoro che le soddisfa!
Questo è il posto dove mi sono detta "E perchè io no? :-| "...
Che poi è diventato, nel giro di breve "Perchè non provarci?"

Questo è il posto dove ho raccolto le idee, dove mi sono capita, dove ho ricominciato a sognare dopo anni che non sognavo più, e dove ho ricominciato ad ascoltarmi... sì, perchè se mi ripenso "da piccola" mi ricordo che dentro di me pensavo di essere "speciale" e di "essere qui per qualcosa" (pensieri di una bimba, che, grazie all'amore della sua nonna materna si sentiva "speciale")... ora, non so se quel che voglio fare prenderà piede, perchè non è tutto nella mia sfera di potere, ma è comunque nella mia sfera di influenza, e quindi ci proverò con tutta me stessa!

Dicono che per essere eccellenti in qualcosa servono 10.000 ore di pratica... un qualcosa tipo 8 ore al giorno per 3 anni e mezzo... 

Nel capire sentimenti e persone, essendo una cosa che sento innata, credo di averle ampiamente superate le 10.000 ore! Infatti dicono che ci sono persone che fanno coaching in modo innato da sempre... persone alle quali viene spontaneo, quotidianamente... e mi ci rispecchio in questo... tantopiù che anche mio figlio 13enne è arrivato a vederlo, da solo, che se il coaching significa aiutare le persone ad essere la miglior versione di se stesse, lo faccio da sempre...

Da un po' quindi ho sentito il desiderio di dedicarmi ad approfondire le tecniche per riuscire a "veicolare" il tutto in un modo "più capibile" da più persone possibili nelle aziende.
Ed è per questo che spesso ultimamente accantono libri che invece potrebbero far parte di questo blog... sicuramente in futuro ci tornerò, perchè non si smette mai di imparare qualcosa, o di sentirsi sostenuti e capiti da un libro, ma al momento mi sto focalizzando sui "mezzi" con cui poi potrò portare ad altri quello che sento da sempre dentro di me.

E comunque vi metto un piccolo elenco di alcune letture che ho in programma tra un libro e l'altro, che voglio leggere "per me come futura coach", ma inerenti anche questo blog:


Comunque, anche se non mi vedete attiva, se qualcuno ha bisogno di info, ci sono! ;-) 

P.S. Il libro della Dott.ssa Elena Lupo, Il tesoro dei bambini sensibili, alla fine l'ho iniziato davvero, ed è proprio bello... sono a buon punto, e davvero sta diventando un ottimo compagno di questo periodo, visto che ieri e l'altro ieri al corso TUAV abbiamo ripercorso la Linea della Vita, e lavoratoci su, arrivando a parlare anche della nascita, e di quello che può comportare a livello inconscio... nel mio caso, sulla nascita non ho fatto domande specifiche, perchè le risposte me le sono date da sola... bimba hsp che aveva come data di termine il 4 maggio... il 15 maggio, dopo 11 giorni dal termine previsto, hanno indotto il parto per farla nascere... non si è smosso nulla... il 16 idem... il 17 uguale... il 18 come sempre... il 19 immaginate... il 20 maggio hanno deciso di rompere le acque... erano tinte... ero in sofferenza... manovra di kristeller e mi hanno tirata fuori al volo... sana e salva per fortuna mia... 4,180 kg... ovviamente mia mamma è stata ricucita un bel po'...
Ho vissuto per 19 anni con dei genitori anaffettivi, che pensavano che comprando cose fossero apposto... ho vissuto poi altri 5 anni in casa loro, lavorando, ma avendo la netta sensazione (anzi, non erano solo sensazioni, ma dati oggettivi) che mi volessero tenere "bloccata"... ho vissuto poi altri 16 anni fuori da casa loro, sposata, ma avendoli ancora nel mio "panorama sociale" come "molto, troppo, eccessivamente controllanti", e oltre... e questo mi faceva molto molto male... fino ad un anno fa, quando ho "lasciato andare", e sono "rinata"! :-)

Quindi, ecco, il libro della Dott.ssa Elena Lupo mi sta "rincuorando"... provatelo! :-)