giovedì 28 dicembre 2017

Switch (Chip Heat e Dan Heath)

Chip Heath è professore di Comportamento organizzato alla Graduate School of Business della Stanford University.

Dan Heath è membro del Center for the Advancement of Social Entrepreneurship (CASE) della Duke University. E' stato ricercatore alla Harvard Business School e ha fondato Thinkwell, un'azienda innovativa che produce libri di testo basati sulle nuove tecnologie.





Questo libro è composto principalmente da tanti tanti brevi racconti di casistiche vere, ognuno ovviamente scelto in base all'argomento spiegato di volta in volta, e molto interessanti.

Si parla dell'elefante (la nostra parte emozionale), forte ma difficile da dirigere, e si parla anche della guida (la nostra parte razionale), che cerca di dirigere l'elefante.

Si inizia con lo spiegare come dirigere la guida, quindi ricercare le eccellenze e provare a ricrearle, sceneggiare le mosse decisive capendo dove andare a smuovere qualcosa nello specifico, indicare la destinazione e puntare fermamente a quella con cartoline della destinazione.

Poi si passa a parlare di come motivare l'elefante, quindi trovare, o far ritrovare, il sentimento, facendo provare emozioni, minimizzare il cambiamento, dando piccoli obiettivi in modo chiaro e far crescere le persone, col senso di identità e con la mentalità di crescita.

Infine si passa a parlare di come tracciare il percorso, ottimizzando l'ambiente, usando anche furbizia e astuzia, costruendo abitudini potenzianti, radunando il gregge (sfruttando a proprio vantaggio l'innata caratteristica che ci porta ad imitare gli altri), e tenere acceso lo switch col rinforzo positivo.

E' un libro che mi è piaciuto molto, perchè, come dicevo nel post precedente, preferisco ritmi più veloci, come quelli di questo libro, in cui si passa da una storia all'altra nell'arco di breve, ma, pur velocemente, il messaggio arriva forte e chiaro!

Bello, bello!!!

Le emozioni sono intelligenti (Gianfranco Damico)

Gianfranco Damico è docente in corsi post-universitari e svolge attività di coaching, formazione e consulenza con privati, aziende, enti pubblici, organizzazioni, scuole. Negli ultimi quindici anni ha lavorato con migliaia di persone, insegnanti, manager, professionisti, genitori, a dimensioni quali la crescita personale e l'eccellenza umana in tutte le sue forme. Da sempre interessato alla filosofia occidentale e a sistemi di pensiero orientali come Taoismo e Buddismo, ha un Master Practitioner in PNL, un diploma di Life-Coach e un Master in Gestione Risorse Umane.




Il libro inizia parlando di Star Trek, del dottor Spock e del capitano Kirk, riguardo il loro modo diverso di rapportarsi alle emozioni.

Parla da subito anche di Platone e della figura dell'auriga (che nel libro viene citata spesso), ma in questo libro i cavalli non saranno l'anima spirituale e l'anima concupiscente, bensì l'emozione e il pensiero cosciente, entrambi dello stesso colore, non essendo uno "buono" e l'altro "cattivo".

Poi passa a chiedere "cos'è un corpo?" e a parlare della magnifica sinfonia biologica, e dice che la vita è appesa a 3 domande: che cosa c'è là fuori, che cosa faccio, ed è importante per me.

Dice che l'emozione è il puntatore direzionale biologico, parla di cellula emozionata come di cellula intelligente, e dà spiegazioni su emozioni e sistema nervoso autonomo, sul sentimento, cioè l'emozione rappresentata a noi stessi, e porta spiegazioni biologiche del passaggio di un'emozione, delle idee per definirla.

Ad un certo punto arriva direttamente al sodo con queste parole: "senza l'emozione o siete st...di o siete st...zi".

Ecco...

Parla poi di intuizione, di emozione e ragione, dice che non si piange perchè si è tristi, ma si è tristi perchè si piange, e parla di governare la propria mente emozionale.

Spiega i tre gradi del paesaggio emozionale (emozione, condizione emozionale, attitudine emozionale o temperamento)

Parla di crescere in pienezza ed eccellenza attraverso le emozioni, cercando di arrivare all'aretè, cioè l'eccellenza al suo massimo grado espressivo e funzionale.

Dice giustamente che l'emozione è ovunque, e crea il mondo sociale.

Spiega poi un metodo, basato su quattro strategie (consapevolezza, presenza/volontà, mente fisica e mente pensante), costituito da 25 esercizi ispirati a varie tipologie di discipline, così suddivisi:
ampliare la consapevolezza (9 esercizi)
rendere salda la volontà (6 esercizi)
agire con cura sulla mente fisica (6 esercizi)
governare la mente pensante (4 esercizi)

Il libro si conclude con una conversazione tra lui e Heidi, ormai adulta, qui vista come Nume Tutelare, dove parlano di filosofia, neuroscienze, emozioni, morte, meraviglia, doverizzazioni, paura, coraggio, ansia, ottimismo, amore, rabbia, consapevolezza della nostra vulnerabilità, tristezza, senso di colpa, rimorso, invidia, vergogna, accettazione di sè, felicità, senso di gratitudine e amabilità (l'insieme di flessibilità, adattività, coerenza, energia, stabilità, meraviglia, empatia, resilienza e ironia).

Questa conversazione si avvia alla chiusura con questa frase "E' stato davvero bello averti avuta qui, Heidi. Ecco, ricordavo di te la tempra e il carattere di un essere umano eccezionale, sin da bambina. Adesso ho scoperto che sei anche una persona... amabile. Dici sempre "credo" e "penso"; non usi mai "è"."
Ecco, la parte che ho sottolineato mi ha fatta sorridere quando l'ho letta, perchè è una cosa che io mi sento dentro da sempre, e cioè di non voler dare, nei limiti del possibile, un limite "mio" a quel che dico, perchè appunto quel che dico è quel che penso e credo io, e non quello che E' in assoluto. E apprezzo molto questo comportamento anche quando lo riscontro in altre persone.

Diciamo che il libro subito non mi prendeva molto, credo per il ritmo, un po' lento per quelli che sono i miei gusti, ma ad altri magari non piacciono libri con ritmi più veloci, quindi va bene così.

La parte della conversazione con Heidi mi è piaciuta molto, fin da subito, dalle prime pagine di questa conversazione lunga 34 facciate, non per Heidi (anche se da piccola la adoravo), e nemmeno per la frase finale (letta ovviamente solo alla fine), ma appunto credo per il ritmo, diverso, più veloce, durante la conversazione, e ovviamente per gli argomenti, molto coinvolgenti!

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lunedì 11 dicembre 2017

Piccolo/grande consiglio per ipersensibili in crisi, e work in progress mio

Dunque, questo non è un mio post solito, su un libro...
Questo è diverso...

Ieri e l'altro ieri ho partecipato ad un corso/seminario sul public speaking, che però mi ha anche fatto venire in mente questo piccolo/grande consiglio da dare ad eventuali ipersensibili in crisi che passassero da qua.

E' una cosa che ha aiutato moltissimo me in quest'anno, e quindi potrebbe tornare utile anche ad altri.

Ma partiamo dal principio, altrimenti non si capisce nulla...

Dunque, un anno fa, io non ero così... cioè, sì, ipersensibile ovviamente lo ero, ma stavo malissimo dentro... un male grande grande grande (e non vado oltre, ma chi è ipersensibile può sicuramente capire)

Ad un certo punto, a inizio 2017, mi sono fatta davvero paura... e ho iniziato a cercare corsi di psicologia positiva...

Cercavo e cercavo, e mi saltava fuori sempre un corso (o meglio, due, ma l'altro era per addetti ai lavori, quindi psicologi, e io quindi non posso)

Alchè ho iniziato a girare per il sito web di chi teneva quel corso che mi saltava sempre fuori ad ogni ricerca su psicologia positiva...

Ed ora faccio una piccola premessa per far capire meglio il seguito: nell'estate del 2012 è morta mia nonna materna, che per me era come una mamma... e in quell'estate, dopo la sua morte, ho avuto una serie di sogni strani...

Uno quest'anno sono arrivata a capirlo...

Nel sogno, una signora dai capelli lunghi e scuri mi veniva incontro con un ombrello rosso per ripararmi dalla pioggia...

Ricordo che ne ho parlato con mia suocera e mia cognata, per il fatto che quella signora io non sapevo chi fosse... ma al solito dicono che sogniamo solo volti già visti... assomigliava un po' ad una mia ex collega, ma non era lei... ho pensato anche che potessi essere io tra qualche anno, ma non credevo possibile non riconoscermi proprio... era proprio una persona che non conoscevo...

Ricordo che mia suocera ha detto che comunque sembrava un sogno positivo, e io avevo detto di sì, dicendo che il rosso al solito simboleggia l'amore...
Questo nell'estate del 2012...

Ora, torniamo a inizio 2017... ricerche su psicologia positiva... trovo quel sito... inizio a guardare qualche video di chi tiene questi corsi... è una signora dolcissima con i capelli raccolti...

Poi un giorno vedo un video in cui ha i capelli sciolti...
Sono rimasta sbalordita...
Era la signora dall'ombrello rosso!

Ho guardato tutti i suoi video, e pian piano sono uscita da quello stato emotivo bruttissimo in cui mi sono ritrovata dopo qualche anno di umore che scendeva scendeva scendeva, inesorabilmente, da dopo la morte di mia nonna, per i motivi più vari, all'inizio per la sua morte, poi per motivi emotivi familiari (famiglia di origine) che si protraggono da anni e anni, poi per motivi emotivi dovuti alla famiglia acquisita (anche in questo caso, che si protraggono da anni), e infine, ma assolutamente non meno importante, per motivi emotivi di coppia, che anche in questo caso si protraggono (protraevano?) da anni. Il tutto probabilmente molto molto legato al fatto di essere hsp, non compresa da chi mi sta intorno...

Dal 2012 in poi è stata proprio una discesa continua del mio umore... fino ad arrivare all'inizio del 2017, appunto.

E in questi video questa signora riporta piccoli pezzi che poi fanno parte dei suoi libri, e dei suoi corsi... quindi è con il suo metodo, che, anche solo attraverso i video, è riuscita a farmi passare dall'apatia più buia, alla proattività vera (ora vorrei avere le giornate con le ore almeno raddoppiate, ed energia ovviamente raddoppiata o triplicata, per poter fare tutto quello che ho in mente!!!)

Praticamente con un ombrello d'amore mi ha riparata dalla depressione in cui ero caduta o stavo cadendo.

Ecco, quindi, il consiglio che durante questo we di corso mi è venuto in mente di mettere sul blog è che, se passasse di qui un ipersensibile in crisi, o qualcuno che conosca qualcuno in questa situazione, iniziate col guardarvi tutti tutti tutti questi video su facebook ---> https://www.facebook.com/pg/lucia.giovannini/videos/?ref=page_internal

So che li avevo già segnalati da mesi nei link consigliati, ma volevo fare proprio una segnalazione a parte, per farne capire l'importanza e l'efficacia!

Poi, nel titolo ho segnalato che avrei parlato anche di "work in progress" mio, e quindi di quello che sto facendo. 

Dunque, quest'estate avevo accennato in questo post al fatto che avevo deciso di iniziare un percorso di studi di 2 anni, che comunque poi avrà sempre qualche altro aggiornamento da fare con qualche corso in seguito...

Bene, ho deciso di condividerlo, perchè anche questo può tornare utile a qualcuno...

Ho iniziato il 5 novembre con un corso sui "4 colori della personalità", come ho segnalato anche con un PS a fine post del libro omonimo.

Il we scorso, quindi il 9-10 dicembre, ho frequentato un corso su "public speaking e presentation training", perchè essendo una timida timidona, e volendo diventare una coach, come vedrete dai prossimi corsi che segnalerò, ho deciso di prendere di petto questa mia timidezza. Il mio corpo credo abbia tentato di boicottarmi però, perchè ho iniziato ad avere mal di gola 4 giorni prima... malessere... e 1 giorno prima del corso ero afona e con la febbre a 37.7... e il prossimo corso di questo tipo ci sarà tra 2 anni... wow...
La sera prima della partenza la febbre sembrava quasi scesa... la mattina prima di prendere il treno non avevo febbre, e sono partita... acciaccata, con la tosse, col primo giorno di ciclo in atto (in anticipo di 2-3 giorni), ma caparbia!

Ammetto che per me è stato un corso a tratti difficoltoso, nel senso che le spiegazioni di public speaking non facevano una piega, le sentivo pienamente mie... però la parte del presentation training, caspita, per una timida è difficilissima... e a maggior ragione per una persona ipersensibile... nel senso, credo sia per il fatto che noi ipersensibili non amiamo "rompere le scatole" agli altri con discorsi che agli altri non interessano, ma ecco, non so se sia per questo o solo per timidezza, ma facevo fatica... dovevamo parlare, a gruppi ristretti, di quello che ci pareva, per tot minuti, in un modo specifico... e tendenzialmente, il modo mi veniva spontaneo nella maniera abbastanza corretta (infatti come dicevo, la spiegazione del public speaking che hanno dato la sentivo mia), ma faticavo a dirmi "dai, su, spiega questa cosa, fatti coraggio!", cosa che invece non sento se parlo di cose che mi piacciono con persone che mi ascoltano per interesse verso questo tema specifico.

Però, vabbè, analizzando meglio, il mio gruppo certo era lì per vedere se seguivo quello che ci è stato insegnato, ma visto che tendenzialmente mi veniva abbastanza spontaneo, a parte la voce che non aveva potenza per ovvi motivi, ecco, analizzando meglio, sì, era tutto dovuto alla mia timidezza... mannaggia... che difficile che era a momenti...
Vabbè... :-)

Comunque, torniamo a noi e al percorso di studi che ho iniziato.
A giugno seguirò un we sul metodo TUAV che, tramite quei video mi ha risollevata dal posto buio dove ero finita.

Sempre a giugno inizierò un corso che durerà 2 anni, su pnl etica (no marketing), neurosemantica (che è praticamente un'evoluzione della pnl), e coaching, e, all'interno del corso di 2 anni c'è compreso questo bellissimo corso di un we.

L'anno dopo, quello in cui si concluderanno i 2 anni, voglio fare il corso per la certificazione come coach TUAV, e anche il corso per la certificazione 4 colori.

Ma tornando un attimo al corso di questo we, sabato ci è stato assegnato un compito da fare in serata e da portare il giorno dopo, al corso: dovevamo creare massimo 6 slide su un argomento a nostra scelta, per poter fare una presentazione di 6 minuti seguendo gli insegnamenti che ci sono stati dati nel corso.

Penso che difficilmente dimenticherò quella sera, nel b&b dove avevo prenotato, dove mi è stata data una bellissima camera, accogliente, colorata, che mi faceva sentire "a casa", sul divanetto, ancora un po' acciaccata dalla febbre del giorno prima, con solo un ipad mini, a fare queste slide usando Canva (mai usato prima, ma che avevo sentito consigliare in un bellissimo gruppo facebook di "smartwomen"), io che slide non ne avevo mai fatte... è stata una bellissima serata! :-)

Ora, qui non posso far vedere (perchè al momento non me la sentirei di fare video) molte cose che ci sono state insegnate al corso, come la postura, la gestualità, la cadenza, o far sentire il tono di voce, ma volevo condividere le slide che avevo creato (poi la mia presentazione nel gruppo è stata, per limiti di tempo, corta, perchè l'orario stava finendo... erano quasi le 18... c'erano ancora saluti e altre cose fa fare... e c'era chi doveva seguire degli orari per il ritorno a casa, come nel mio caso che avevo il treno prima delle 19), ma vorrei mettervela qui, perchè riguarda anche questo blog.



Con la slide di partenza volevo spiegare il perchè il coaching è così importante per le persone hsp, perchè spesso, per noi, è proprio come aiutarci a non cadere nel baratro.


Perchè spesso noi hsp tendiamo a chiuderci in noi stessi, dopo le batoste che riceviamo dal mondo esterno... e può anche "funzionare" per un po'... ma poi questo chiuderci in noi stessi ci si ritorce contro, perchè al mondo siamo tutti animali sociali, tutti connessi l'uno all'altro.


Essendo hsp il 20% circa della popolazione, dati alla mano, in Italia siamo circa 12.000.000, di cui 8.400.000 introversi e 3.600.000 estroversi. 12.000.000 di persone che vengono facilmente subissate dagli stimoli, interni ed esterni, data la loro ipersensibilità neuronale, e che spesso hanno bisogno di momenti di "decompressione", perfezioniste, che spesso rimuginano su quanto successo, che si fanno prendere dai sensi di colpa, che faticano a dire di no agli altri, lasciando se stessi in secondo piano, ma sono anche persone che odiano le ingiustizie, l'ipocrisia, notano sfumature di comportamento che ad altri sfuggono, sono empatiche, creative, socievoli, e che amano aiutare gli altri.


Spesso il confronto col mondo esterno ci porta ad avere bassa autostima, quindi in un primo momento tentiamo di uniformarci agli altri, per cercare di essere accettati, ma questo spesso non avviene, perchè comunque tentiamo di calarci in un ruolo non nostro... e invece essere se stessi, al meglio di quanto possiamo, è il più bel regalo che possiamo fare a noi stessi e al mondo.


Nel mio caso ho trovato molto molto utile il metodo TUAV per ritrovare la mia autostima e la vera me stessa, ma anche il metodo dei 4 colori della personalità può portare molti benefici, perchè se il mondo arrivasse a ragionare in termini di colori della personalità, sarebbe più facile capirsi, e quindi ci sarebbe molta più accettazione nelle varie relazioni sociali.
E quindi ho deciso di formarmi su questi 2 metodi, oltre che pnl etica, neurosemantica, e coaching, per provare a portare questi 2 metodi nelle aziende, nelle scuole (se non ho capito male è riconosciuto dal Miur), e tra i privati della mia città. 


E per concludere la mia presentazione al corso, volevo chiedere, come sarebbe se il mondo fosse improntato, tutto, su un messaggio del tipo "Io sono ok! Tu sei ok!"?


Già, come sarebbe? :-)



P.S.: a novembre, essendo il primo corso, avevo il cartellino col nome scritto a pennarello... al corso appena fatto avevo ancora lo stesso, non avendo pensato il mese scorso di personalizzarlo... ma dal prossimo corso avrò il cartellino personalizzato a mano da me :-)
Ci sarà una farfalla (simbolo degli hsp), un fiore multicolore (come mi sento dentro di me), e il mio nome, multicolor ovviamente! :-)
Eccolo!

martedì 28 novembre 2017

Mi Merito il Meglio (Lucia Giovannini)

Lucia Giovannini ha un Doctorate in Psychology e Counselling, un Bachelor in PsychoAntropology ed è membro dell’American Psychological Association.
E' Master Trainer di Firewalking, Trainer di Programmazione Neuro-Linguistica e Neuro-Semantica (ISNS Usa), Coach certificata (ACMC Usa), Master Trainer di Breathwork, ed è la coordinatrice europea del Movimento del Labirinto Veriditas.
E' l‘insegnante degli insegnanti del metodo Louise Hay per Italia, la Svizzera italiana, la Thailandia e Singapore ed è stata spesso definita dai media “la Louise Hay italiana”.
E' co-fondatrice di BlessYou!, e co-direttrice della scuola di PNL, e Coaching LUCE® Libera Università di Crescita Evolutiva e dell’Istituto di Neuro-Semantica.
Nel suo lavoro si innesca una particolare sinergia tra tecniche di psicologia tradizionale, pratiche motivazionali e antichi rituali, rendendo i suoi seminari qualcosa di unico ed originale.
Vive alcuni mesi all'anno nel sud est asiatico, tra Thailandia, Singapore e Bali col marito Nicola e il cane Caligola.
Da circa 20 anni tiene corsi e conferenze, per privati ed aziende, in tutta Europa e in Asia e nel 2008 ha fondato il metodo Tutta un’altra vita®. 



Ho letto questo libro quest'estate, ma ne parlo solo ora, purtroppo, perchè tra le varie peripezie di quest'estate e vari altri problemi di quest'ultimo periodo, non trovavo mai un momento "giusto" per dedicargli il tempo che merita!

E' un libro che mi ha aiutata molto, in un periodo davvero particolare...
Un libro che ha indirizzato in modo ancora più proattivo il cambiamento che già stava avvenendo in me da qualche mese... 

Dunque, inizia parlando di felicità, o meglio, di serenità, che è molto molto meglio della felicità, riprendendo anche gli studi fatti da Martin Seligman, e puntualizzando giustamente che questo libro si focalizza sull'essere la miglior versione di sè stessi, e non essere in competizione con altri, anche perchè un confronto tra "noi oggi" e "noi ieri" ci porta proattivamente a voler fare di più, ad essere più vitali, e quindi più felici, mentre qualsiasi confronto con gli altri ci porta a  competizione, aggressività, prepotenza e prevaricazione, e ci allontana dalla felicità.

Spiega quindi come è nato questo libro (un modo molto particolare), come è strutturato, e perchè è formato da 40 "lezioni".

Inizia quindi a parlare del virus dell'affluenza, chiedendo cosa dà significato alla nostra vita, e se abbiamo contratto appunto il virus dell'affluenza (voglia di potere e possesso solo per avere approvazioni dagli altri, e quindi solo per l'apparenza), che porta a stress, depressione, ansia, insoddisfazione, assuefazione a varie cose, e disturbi della personalità. Quindi a non essere più se stessi.

Chiede se siamo pronti ad essere felici, evolvendoci, ritrovando noi stessi, senza rimandare a un momento imprecisato che riteniamo più opportuno, quindi ribaltando il paradigma "Avere-Fare-Essere" (tipico del virus dell'affluenza), in un paradigma molto più utile e funzionale, e cioè "Essere-Fare-Avere".

Chiede se stiamo dalla parte degli effetti o delle cause, e spiega come passare dalla parte delle cause con proattività, responsabilità, e con osservazione.

Parla di film mentali, del potere delle parole, dei significati che diamo alle esperienze, di impegni cognitivi prematuri (condizionamenti) che a volte spingono a scelte che non si vogliono davvero, fino ad arrivare a parlare di addomesticamento umano (Abraham Maslow), di ego, ego sottosviluppato ed ego sano, e parla quindi di autostima (stabile e incondizionata) e autoefficacia (variabile e condizionata).

Inizia quindi a parlare di zona di comfort, funzionale in certi casi, ma disfunzionale in molti altri, di zona di discomfort e di zona di libertà, arrivando alla zona d'ombra, che consiglia di smettere di rifuggire e invece riconoscerla.

Insegna a dare nomi ai nostri "fantasmi", come se fossero dei draghi (il mio si chiama Timidoso, ed è un timido drago pauroso), in modo di abbracciare le nostre "crepe", e spiega la differenza tra eccellenza e perfezione.

Consiglia di prendersi tempo per cogliere doni e risorse che il nostro drago nasconde, perchè quando si resiste ad un proprio drago ci si contrae.

Consiglia di capire per bene le emozioni che proviamo, anche quelle negative, con accettazione (che fa evolvere) invece che con rassegnazione (che porta solo tolleranza).

Insegna che è importante imparare a cadere, accettando i feedback per migliorarsi, e usando la resilienza, con le sue fasi: incontro con l'ostacolo, esperienza di perdita, processo di confronto con noi stessi, riemersione.

Ci consiglia di chiederci chi siamo senza le nostre convinzioni limitanti, chiedendoci se quel che pensiamo è sempre vero, quanto ci costa, quali vantaggi ha portato finora, e in quali altri modi possiamo mantenere questi vantaggi.

Spiega che siamo animali sociali, che l'inferno o il paradiso sono nella nostra testa, e le relazioni sono una via verso l'evoluzione, e ci permettono di sviluppare consapevolezza, gentilezza, compassione, perdono, rispetto e pazienza.

Dice che è importante ritirare le proiezioni della nostra parte ombra proiettate sugli altri, perchè spesso giudichiamo negli altri ciò che noi per primi facciamo fatica ad accettare.

Chiede se preferiamo avere ragione o essere felici, perchè tentare di tenere sotto controllo le azioni degli altri è una strada sicura per l'infelicità, in quanto la mappa non è il territorio.

Parla poi di empatia, di imparare ad ascoltare, di riconoscere le emozioni (proprie ed altrui), di cambiare il significato che si dà a un attacco altrui, dà la ricetta dell'ininsultabilità in 4 punti, e parla della differenza tra persona e comportamento.

Dice che anche quando non scegliamo una risposta, in realtà stiamo scegliendo, e poi potrebbe essere troppo tardi, e quindi parla dell'importanza di imparare a comunicare, imparare a chiedere, scoprire le alternative possibili che vadano bene ad entrambi, e quindi gestire i conflitti senza chiusura emotiva, insulti, sarcasmo, giudizio e condanna, arrivando a parlare di disarmo interiore, sviluppare la compassione sotterrare l'ascia di guerra e non i problemi.

Parla dell'importanza di ritrovare il significato, saper attendere e lasciar andare, quindi non pre-occuparci, vivere il presente pienamente, credere fermamente di meritare di essere felici, fidarsi che tutto avviene per il nostro bene.

Dice che il primo passo per essere felici è accettare i problemi e le emozioni dolorose.

Dice anche che la sensazione di scarsità crea senso di sfiducia, ma non c'è scarsità di risorse: sono solo maldistribuite.

Arriva a parlare di spiritualità, cioè la sensazione di essere connessi a qualcosa di più alto e grande di noi, che porta gioia e pace.

Parla di crescita, che è evoluzione, al contrario del "tutto e subito" che invece è rivoluzione, tumulto, agitazione e distruzione.

La crescita e il cambiamento richiedono tempo e costanza, consiglia quindi di liberarsi dalla trappola dei troppi impegni, seguire le scelte ottime e gli obiettivi eccellenti, imparare a dire di no, e arriva a parlare dell'importanza di un sabbath per la felicità.

Dice che da vari studi si è arrivati a capire che il raggiungimento della felicità e la realizzazione della propria personalità sono una cosa sola, e quindi chiede quali sono i nostri talenti (e in questo punto riconosco il video di cui parlavo in questo post del libro "Tutta un'altra vita").

Parla di cambiamento intenzionale, di felicità, del significato della vita, dell'importanza di  aiutare qualcuno per essere felici, e del fatto che spesso ci si evolve seguendo qualcuno che ci mostri la via, ma sempre impegnandoci in prima persona, mettendo in pratica in prima persona, e non solo imparando nozioni.

Ecco, ci ho messo parecchio tempo a scrivere di questo libro, ma assolutamente non perchè non mi sia piaciuto, anzi!
Ci ho messo del tempo perchè ho dovuto anch'io far passare il giusto tempo per poterne scrivere in maniera consona, come merita.

E' un libro che leggerlo è stato come un lungo abbraccio.

Un libro che ora, per riassumervelo, ho praticamente riletto, e me lo sono rigoduto nuovamente, forse anche più di quest'estate!

Bello bello bello e consigliatissimo!!!
 

martedì 14 novembre 2017

Istruzioni di sano egoismo (Umberto Longoni)

Umberto Longoni, psicologo, sociologo e scrittore, docente della SIMP (Società Italiana Medicina Psicosomatica), è uno dei più noti psicologi italiani del "Mental Training", consulente di atleti internazionali. Collabora alle più diffuse riviste femminili come autore di test, rubriche e articoli.
Ha pubblicato libri e manuali soprattutto a carattere psicologico-divulgativo.
È stato tra i vincitori del 43° Premio H.C. Andersen (2010).



Questo libro non mi ha entusiasmata, anzi, l'ho trovato troppo pieno di quel tipo di test che non amo per niente...

Però ogni tanto, test a parte, nelle spiegazioni trovavo una frase qua e là che mi "ispirava"...

Quindi, tenendo conto di una citazione che si trova a pagina 133 e che dice così "Non sono mai uguali le parole. Spesso soltanto una, sebbene simile a tante già ascoltate, possiede la giusta chiave che sa aprire e mutare il cuore. Il cambiamento obbedisce a una formula magica dall'inesplicabile senso", ecco che appunto, tenendo conto di questa citazione, ho deciso di parlarne lo stesso, perchè magari può tornare utile a qualcuno che sappia apprezzarlo di più.

Quindi, posso dirvi che in questo libro, nella prima parte (che prende buona parte del libro, e dove sono concentrati tutti i test) si parla di colori, di bruchi e farfalle, di serenità, di paura di essere felici, di alberi, di rondini e gabbiani, di avarizia sentimentale, di fuoco, di gamberi e uccelli migratori, di presente, passato e futuro, di fiumi, di valore della nostra unicità, di spettatori e protagonisti, di stelle, di galline e calabroni, di sogni, di mele mature, di fiocchi di neve e di noia.

Nella seconda parte passa a parlare di tre mosse per volerci bene, quindi dare ali all'autostima (liberandoci dall'incantesimo, valutandoci meglio, apprezzando le nostre ali e il nostro colore, e distinguendo il ruolo dalla persona), amare i nostri difetti (non pretendendo di essere perfetti, diventando un po' cicale, considerando i difetti come risorse e guardandoci con occhi diversi) e concederci sempre una possibilità (modificando i nostri punti di vista e puntando sul fascino della normalità, cogliendo ogni bella opportunità, colpendo e lasciando il segno con la tecnica Attenzione-Interesse-Desiderio-Azione, e assumendoci la responsabilità delle scelte). 

Conclude chiedendoci se non siamo per caso il ragno intrappolato nella nostra ragnatela, parlando di cambiamento, di prepararsi alle resistenze altrui al nostro cambiamento, e come riconoscere il sano egoista.

Confermo quanto detto all'inizio, e cioè che non mi ha entusiasmata come invece gli altri libri, ma ogni tanto ho trovato qualche frase che mi ha "ispirata", quindi, per chi volesse provare a leggerlo, può valerne la pena.
 

giovedì 26 ottobre 2017

Messaggio per un'aquila che si crede un pollo (Anthony De Mello)

Padre Antony de Mello nacque a Santa Cruz, un sobborgo di Mumbai in India. Entrò a far parte della Compagnia di Gesù nel 1947, all'età di sedici anni non ancora compiuti. Venne in seguito trasferito, e da allora viaggiò in parecchi paesi per studiare e più tardi per insegnare, principalmente in Spagna e negli Stati Uniti, dove diventò uno psicoterapeuta. Ben presto divenne famoso per i suoi libri sulla spiritualità, che coniugavano la religiosità cristiana e orientale con i suoi studi di psicologia.
Tornato in India, cominciò a organizzare numerosi ritiri spirituali, ed era in genere considerato un oratore pubblico di qualità. De Mello ha fondato anche un centro di preghiera in India, chiamato «Sadhana».
Morì improvvisamente nel 1987 per un attacco cardiaco. I suoi lavori sono ancora ristampati, e scritti inediti sono stati pubblicati dopo la sua morte.
Nel 1998, dopo la sua morte, alcune delle opinioni espresse nei libri di De Mello (o a lui attribuite) furono dichiarate incompatibili con la fede cattolica da parte della Congregazione della Dottrina della Fede. L'allora cardinale Joseph Ratzinger, che più tardi sarebbe diventato Papa Benedetto XVI, firmò una notificazione della Congregazione che inizialmente era stata anche inserita al termine dei libri di De Mello, ma in seguito venne sostituita con una nota più sintetica «I libri di Padre Anthony de Mello sono stati scritti in un contesto multi-religioso per aiutare i fedeli di altre religioni, agnostici ed atei nella loro ricerca spirituale, e non erano intesi dall'autore come istruzioni per i fedeli cattolici nel dogma o nella dottrina cristiano-cattolica.» Ferma restando la censura della Notificazione della CdF, gli scritti di De Mello rimasero comunque disponibili anche in molte librerie cattoliche, venendo sempre letti e rispettati da numerosi cattolici e da fedeli di altre denominazioni cristiane.


Che dire di questo libro?
Inizio col dire che è bello e molto molto particolare.
Non nascondo che mi sono ritrovata in molti (non tutti, ovviamente) i pensieri che man mano leggevo... pensieri che talvolta penso anch'io, ma che raramente qualcuno ho espresso (la maggior parte no, lo ammetto), perchè a differenza sua, al solito, quando provo ad esprimere qualcosa che va fuori da quel che la gente vuole sentire, a me succede questo: 


Difficile anche riassumere di cosa parla questo libro, o meglio, lo si può riassumere in una sola parola o due: risveglio e consapevolezza.

Per chi invece vuole sapere un po' di più di cosa parla, posso provare a dirvi che, grazie anche ad aneddoti e storie varie, parla del giusto tipo di egoismo (amore per se stessi), di desiderio di felicità, di segnali di risveglio.

Dice che rinunciando a qualcosa si rimane vincolati a ciò a cui si rinuncia, e invece capire il valore è la strada giusta.
Parla di ascoltare e disimparare il passato, della messinscena della carità, di paura del cambiamento, delle nostre illusioni riguardo gli altri, di autosservazione, di consapevolezza senza giudizio, di trovare se stessi, di arrivare all'"io" togliendo strato dopo strato, di sentimenti negativi nei confronti degli altri, di dipendenza emotiva, di come giunge la felicità (con la consapevolezza).

Dice che la paura origina violenza.

Parla della buona religione, antitesi dell'inconsapevolezza, di etichette, di ostacoli alla felicità, e dei quattro passi verso la saggezza (entrare in contatto con i sentimenti negativi di cui non si è consci, capire che il sentimento è dentro di noi e non nella realtà, mai identificarsi con quel sentimento, pensare a come poter cambiare le cose e noi stessi)

Parla della mancanza di consapevolezza come sonnambulismo, per poi parlare di consapevolezza sotto molti punti di vista, per esempio cambiamento come avidità, persone trasformate, arrivare al silenzio, perdersi per ritrovarsi, valore permanente, desiderio e non preferenza, attaccarsi alle illusioni, quando si abbraccia un ricordo, essere concreti, parole introvabili, condizionamento culturale, realtà filtrata, svincolarsi, amore che induce assuefazione, e tanto tanto altro, difficile davvero da riassumere...

E' un libro davvero molto particolare, ma molto molto bello, sia per chi ha già intrapreso il cammino della consapevolezza, sia per chi lo vuole intraprendere.

E' un insieme di pensieri, che vanno dritti al punto.

Bel libro, davvero!